Se il Valdobbiadene Prosecco punta sulla qualità

Incontriamo Innocente Nardi che ha ricoperto per tre mandati il ruolo di Presidente del Consorzio del Prosecco Superiore di Valdobbiadene, restandone un ottimo ambasciatore, conoscitore oltre che produttore. Nel 1997, Innocente ha fondato La Farra, con i fratelli Adamaria e Guido, eredi di una tradizione agraria e vitivinicola di famiglia.

Ci ha raccontato di cordonate, ciglioni inerbiti e mosaico agrario, fattori che hanno permesso di ottenere il riconoscimento Unesco per un territorio espresso al meglio dal Valdobbiadene Prosecco Superiore, definito dal Professor Luigi Moio un “vino orchestrale”.

Azienda agricola La Farra
La Farra

Eredi di una tradizione vitinicola di famiglia

Incontriamo, tra le colline del Prosecco Superiore di Valdobbiadene, il personaggio che ha ricoperto per tre mandati il ruolo di Presidente del Consorzio, restandone un ottimo ambasciatore, conoscitore del territorio oltre che produttore.

Ben prima, e più precisamente nel 1997, Innocente ha fondato l’azienda agricola La Farra con i fratelli Adamaria e Guido, eredi di una tradizione vitivinicola di famiglia, avviata prima dal nonno e poi gestita dal padre.
Sia Innocente che il fratello Guido hanno studiato viticoltura ed enologia, formandosi perlopiù alla scuola di Conegliano.
La loro azienda sorge in un contesto paesaggistico di colline coltivate a vigneto, dove lavorano 22 ettari di vigneti tra le località di Farra di Soligo, Farro, Santa Maria di Feletto e Refrontolo.

Innocente, Adamaria e Guido Nardi
Innocente, Adamaria e Guido Nardi

Tecniche agronomiche in sintonia con la sostenibiIitá ambientale

Vigneti che gestiscono con tecniche agronomiche in sintonia con la sostenibiIitá ambientale, attestate dal SQNPI (Sistema di qualità nazionale di produzione integrata).
“Il nostro territorio – esordisce Innocente – puó essere indentificato con tre fattori, assolutamente unici, che hanno permesso il riconoscimento UNESCO. Le cordonate sono le disposizioni a cordone e in senso orizzontale delle colline, in cui si trovano sia Farra di Soligo – dove sorge la nostra cantina – che Miane, Pieve di Soligo e Tarzo, comuni che rappresentano al meglio questo concetto.

Qui le colline sono particolarmente ripide, con una pendenza dal 35 al 65 per cento. In questo contesto si è sviluppato il ciglione inerbito ovvero terrazzamenti in cui il suolo, di origine morenica, fatto di conglomerati e naturalmente a balze, è ricoperto da uno strato di terra che varia da 40 a 80 centimetri di profondità, in cui si coltiva da svariati decenni la vite creando l’effetto ottico di gradoni verdi. Il mosaico agrario invece è riferito all’alternarsi tra vigneti e boschi.

In sintesi dove il suolo era più profondo i nostri nonni e padri mettevano la vite, dove invece c’erano delle sporgenze e delle rocce lasciavano invece a bosco, creando così naturalmente questa alternanza”. Prosegue poi: “Con i miei fratelli vogliamo, nel nostro piccolo, permettere di conoscere il nostro territorio. Per questo ci siamo attrezzati con una sala degustazione, sita in un nostro casolare ristrutturato in mezzo alle vigne, in località Collagù – dove produciamo, tra l’altro, le uve per i nostri Rive di Farra di Soligo – che permette di vedere dove nasce la qualità dei nostri Valdobbiadene.

La Farra

Un vino orchestrale

In cantina abbiamo una tecnologia all’avanguardia che ci permette di preservare la materia prima e non influire sulla qualità degli spumanti che derivano dalla vinificazione delle uve”.

“II Prosecco Superiore – riprende – è un vino particolarmente difficile, se si vuole conservare una qualità elevata. II professor Luigi Moio, enologo e professore ordinario di enologia all’Università Federico II di Napoli e nuovo Presidente dell’Oiv, lo definisce un vino orchestrale, uno in cui contano i particolari, dalla leggerezza alla sua bassa alcolicità”.

Durante il nostro incontro abbiamo degustato, in una sorta di confronto tra bassi dosaggi zuccherini, prima il Valdobbiadene DOCG Rive di Farra di Soligo Extra brut 2020 trovandolo al naso con profumi eleganti di frutta gialla, all’assaggio fresco, equilibrato, sapido e con un piacevole accenno amarognolo nel finale, tipico della zona di Farra di Soligo.
Di seguito la versione, alla seconda annata, di Valdobbiadene DOCG Sui Lieviti Brut Nature 2020 per cui è stata scelta una bottiglia ispirata a quella del Franciacorta Monterossa. Evoluzione della tradizione locale, esordisce con un giallo paglierino Ieggermente velato, con al naso una leggera complessitá di crosta di pane oltre alla frutta. In bocca rimane la freschezza, la sapidità, la leggerezza oltre alle sensazioni del lievito.
Con un residuo zuccherino di 0,8 grammi/litro lo abbiamo apprezzato per la sua piacevolezza, armonia, maggior persistenza, trovandolo un’assoluta conferma dell’artigianalità, affidabilita degli spumanti La Farra.

Valdobbiadene Prosecco Superiore

www.lafarra.it/

Credit: ph@laFarra