
Quando il dehor respira di primavera
In tempi nei quali i marciapiedi si popolano di provvisori tavolini destinati ad ospitare all’esterno una clientela quasi stupita di poter tornare a mangiare al ristorante, non è da poco ritrovarsi seduti ad un tavolo elegantemente apparecchiato. Se poi quest’ultimo è collocato all’interno di un giardino fiorito, i cui delicati profumi riempiono l’aria di primavera, l’attesa della cena si trasformerà in un piacevole momento nel quale, magari gustando una bollicina, il vostro sguardo potrà scivolare tra gli squarci di azzurro che fanno capolino in un cielo attraversato da isolate nubi.
Al di là dell’atmosfera…
Location a parte, sia pure resa suggestiva dall’inattesa atmosfera primaverile, torniamo però alla nostra cena. Un momento reso piacevole da un servizio puntuale e cortese, supportato da un’ampia carta dei vini da cui scegliamo un elegante nebbiolo “Il Provinciale” San Fereolo del 2007, ma soprattutto capace di lasciar affiorare tutta l’abilità maturata negli anni dallo chef Enzo Gola nel cucinare prodotti capaci di esprimere appieno il territorio.
L’uovo come protagonista
Forse sarà stata la primavera, sia pure quest’anno intenta a farsi desiderare, a indurci a scegliere di iniziare con due piatti nei quali l’ingrediente chiave era rappresentato dall’uovo. Ed è così che lo abbiamo assaggiato in due versioni: quello poché, con verdure di campo, spuma di caprino, crumble e tartufo; e quello invece nel raviolo, con burro di malga e parmigiano. L’uno e l’altro capaci di mostrare come il locale punti all’eccellenza anche laddove gli ingredienti dei piatti sono improntati a un’essenziale semplicità.
La riscoperta dei sapori sabaudi
Non lasciatevi ingannare! Quella di Enzo Gola è una cucina che sa spaziare brillantemente anche nei sapori di mare. Indubbiamente, però, a esprimerne al meglio la creatività sono sapori sabaudi rideclinati con cura e originalità. Quelli che abbiamo potuto gustare sia nella morbida e accattivante coscia di anatra in vaso cottura, sia nel superlativo filetto di manzo di fassone in grissinopoli, nel quale la tenerezza della carne riusciva a trovare il suo giusto equilibrio proprio nella croccantezza di un’impanatura davvero riuscita.