A rendere particolare questa tenuta, prima ancora che il suo recupero innovativamente attuato in chiave domotica, sono gli scenari in cui essa è immersa. Sono questi ultimi, consentendo allo sguardo di spaziare lungo colline popolate da vigneti e noccioleti, a sottrarre il paesaggio a quella pervasività ossessiva della vite divenuta ormai protagonista esclusiva e uniformante di molte aree vitivinicole. A profilarsi qui è invece un territorio la cui capacità di valorizzare in chiave di integrazione la pluralità delle sue colture sembra rispecchiarsi perfettamente nel progetto che soggiace a Cascina Faletta.

Protagonisti del meticoloso recupero di questa tenuta, di cui sono divenuti simbolo tre misteriosi fucili scoperti durante i lavori, sono Elena Novarino e Giovanni Rosso. Imprenditori di spicco del Casalese, hanno dato vita insieme ai loro figli non solo a una struttura recettiva di alto livello, ma soprattutto a una realtà che si distingue per la sua articolata dinamicità. Cascina Faletta infatti, oltre a essere uno spazio dedicato all’ospitalità, spicca anche per il suo raffinato ristorante e per la sua cantina in pieno fermento.

Questa dinamica tenutase può contare su accoglienti stanze e su una suggestiva piscina di acqua salata, ha uno dei suoi punti di forza proprio nella ristorazione che offre. Sotto la guida dello chef Paolo Viviani, l’obiettivo della cucina di Cascina Faletta è quello di “giocare” con i migliori prodotti del territorio, sottraendoli però alla loro troppo spesso reiterata presentazione “tradizionale”, per restituirne invece profumi e sapori attraverso innovative preparazioni e presentazioni. Il tutto in un elegante contesto connotato da un servizio che coniuga efficacemente professionalità e cortesia.

Il cuore pulsante di Cascina Faletta però, quello che forse la lega inscindibilmente al territorio in cui è immersa, è la cantina che ne occupa gli spazi sotterranei. È qui che, nel silenzio delle fondamenta ottocentesche della tenuta, vengono acquisendo i loro caratteri peculiari i sei vini che la proprietà al momento produce: tre rossi, due bianchi e una bollicina metodo classico. Tutti, anche il pinot grigio che è ancora in gestazione, rigorosamente legati a quel Monferrato del quale questa realtà intende essere piena espressione.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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