Sia dello storico ristorante Del Cambio, sia della sua prestigiosa e rinnovata cantina, sebbene né l’uno né l’altra abbiano alcun bisogno di presentazioni, ci sarà certamente modo di parlare in futuro. Quel che vi vorremmo raccontare oggi, invitandovi ad assaggiarlo magari seduti al tavolo preferito da Cavour, è invece una bollicina che ha saputo stupirci: la Cuvée Del Cambio, Brut Millesimato 2012 Metodo Classico, appositamente creata per il celebre locale torinese dalle Cantine Contratto di Canelli.

A creare l’incontro tra queste due realtà, capaci ciascuna nel suo ambito di rappresentare l’evoluzione di una storia che per il ristorante Del Cambio rimanda al 1757 e per le Cantine Contratto al 1867, è stato Davide Buongiorno. Sommelier director del locale torinese, con l’obiettivo di imprimere una svolta alla proposta enologica del ristorante, Buongiorno ha individuato in questa collaborazione la possibilità di mettere a punto un’etichetta di bollicine che fosse davvero rappresentativa della qualità e della tradizione del ristorante.

Non lasciatevi ingannare dalle uve – una selezione di pinot nero e chardonnay – che danno vita a questa Cuvée. Sareste indotti a pensare di avere nel calice une delle tante “scimmiottature” italiane – sfortunatamente ancora troppe! – dello Champagne. Forse ne dubiterete ancora, facendovi ingannare dal colore giallo carico, prima di portare il vino al naso e alla bocca. Quando però ne avrete afferrato i sentori di fiori d’acacia, di crosta di pane e di burro, comincerete a convincervi che quella che vi sta di fronte è una bollicina non solo autenticamente italiana, ma genuinamente “piemontese”.

E la conferma l’avrete non appena assaporerete gli aromi complessi di un “brut” dal quale a promanare – del tutto in linea con la lunga e continua consistenza del perlage – sarà la forza intensa e persistente delle colline di Langa. La stessa che rende unici Baroli e Barbareschi, ma che trova qui modo di declinarsi in una forma morbida e avvolgente, che di quel ruvido terroir sembra rivelare forse il segreto più profondo: quello di una potenza capace di diventare tanto seducente da stregare chi ne diviene consenziente preda.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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