Il vermouth, in questi ultimi anni, sta vivendo un vero e proprio momento magico, riscuotendo un rinnovato e forse insperato apprezzamento. A provarlo sono le etichette che, di questo vino aromatizzato, sulla scorta di ricette vecchie e nuove sono apparse sul mercato, riportando in auge un prodotto che, fino a poco tempo fa, sembrava destinato all’estinzione. E che invece ora sembra orientato a diventare protagonista di una nuova stagione nella quale aziende di distillazione e cantine hanno deciso senza più esitazione di puntare tutto sulla sua qualità.

Di questa scelta sarà indiscutibilmente prova il nuovo vermouth bianco superiore presentato in anteprima dalla storica Cantina Gnavi di Caluso: il Don Guglielmo 1918. Un’eccellenza che, messa a punto in collaborazione con l’Antica Distilleria Quaglia, si inserisce a pieno titolo nella gamma dei vini di questa prestigiosa cantina del Canavese, ben nota per la raffinatezza delle diverse declinazioni del suo erbaluce: il classico bianco secco “Cav. Giovanni”; il suggestivo “Turbante”, metodo classico millesimato nella doppia versione brut e pas dosè; lo straordinario “Revej”, Caluso doc passito riserva.

Che il Don Guglielmo 1918 della Cantina Gnavi sia il frutto di una scelta tutta incentrata sulla qualità appare chiaro dalla decisione dell’azienda canavesana di scommettere, senza se e senza ma, sull’erbaluce. Sarà infatti questo vino, in purezza, a costituire il cuore stesso del nuovo vermouth e a rappresentare la base cui un mix di erbe aromatiche riesce a imprimere un carattere che, nel corso della degustazione tenutasi nei giorni scorsi al Ristorante Jardin Fleuri di Romano Canavese, ha saputo davvero risultare convincente.

Dal nome legato a una truce vicenda che nel 1918 vide ucciso e fatto letteralmente a pezzi un prete appartenente alla famiglia Gnavi, don Guglielmo 1918 si presenta come un vermouth bianco superiore dal colore giallo paglierino intenso, capace di sprigionare al naso sentori di coriandolo e sambuco armonizzati tra loro da equilibrate note agrumate, in grado di offrire al palato un’interessante complessità, la cui potenza trova il massimo di espressione nella sua notevole persistenza.

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