Quello che si sta preparando è un vero e proprio cambio di passo destinato, già sul breve e medio termine, a far crescere significativamente la qualità e la sostenibilità dei vini di Caluso, di Carema e, più globalmente, dell’intero Canavese. Un territorio che, grazie all’azione del Consorzio di Tutela dei vini dell’area, sul piano vitivinicolo ed enologico non soltanto appare in forte crescita, ma anche risulta destinato, soprattutto per quel che riguarda l’Erbaluce, a riservare certamente nei prossimi anni positive sorprese. 

Proprio in questa direzione sembra andare il “Progetto Capannine Meteo”, promosso dal Consorzio di Tutela stesso, e finalizzato a monitorare in questa prospettiva tutta l’area vitivinicola del canavese. Con il dichiarato obiettivo di consentire, proprio grazie a una serie di dati acquisibili e utilizzabili un tempo reale dai viticoltori stessi, ovviamente non senza un evidente ripresa analitica e interpretativa affidata agli enologi delle singole aziende, una razionalizzazione mirata degli interventi in vigna 

In realtà le “capannine meteo” non hanno nulla di quel che il nome sembrerebbe lasciare intendere. Sono piuttosto dei contenuti congegni elettronici che, inseriti all’interno di un vigneto e destinati a coprire un’estensione di circa 3 Kmq, mettono immediatamente a disposizione dei viticoltori tramite una semplice app dati e grafici relativi a quel che accade nella vigna stessa. Dalla temperatura alla quantità di precipitazioni, dall’umidità relativa alla bagnatura fogliare, fino al punto di rugiada: tutto viene rilevato ogni 5 minuti e inviato ogni ora a una centrale di rielaborazione dati.

La rielaborazione messa in atto a partire da questi ultimi, effettuando previsioni piuttosto puntuali sullo sviluppo delle principali malattie fungine della vite, finirà così con l’incidere in modo sostanziale sulle strategie messe in atto dalle diverse realtà vitivinicole che aderiscono al progetto. Con l’evidente risultato che il prodotto finale, avendo potuto evitare su basi scientifiche una serie di trattamenti di fatto non richiesti, sarà non solo qualitativamente più buono, ma anche sempre più rispettoso di quella sostenibilità del vino che oggi tutti auspicano.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

www.erbalucecarema.it