Tra le terre flagellate dal maltempo nei giorni scorsi c’è anche quell’estremo sud-est del Piemonte noto per un vino che, grazie al Consorzio che ne ha guidato la ripresa, ha saputo riscattarsi da quell’appannamento che ne offuscava l’immagine di grande bianco piemontese: il Gavi. «Un vino che – ha rimarcato Mauro Carosso, a capo della Delegazione subalpina dell’AIS – soprattutto nel corso dell’invecchiamento riesce a dare il meglio di sé, risultando sorprendente per i profumi e gli aromi che col passare del tempo risulta in grado di sprigionare».

Proprio la straordinaria capacità di questo bianco di dare il meglio di sé sui tempi lunghi ha fatto da sfondo alla terza tappa del city tour del Consorzio Tutela del Gavi nel 2019: quella svoltasi a Torino nella sede dell’AIS Piemonte. È qui che, prima una degustazione e poi un banco di assaggi, han no consentito ai partecipanti di avvicinare un vino troppo spesso sottovalutato e rivelatosi invece capace di emozionare e stupire sia per la piacevole acidità della sua versione ferma sia per la raffinata effervescenza della sua declinazione spumantizzata.

La storia del Cortese di Gavi, correntemente e più semplicemente conosciuto come Gavi, rimanda del resto a quella del “Re dei vini”. Fu infatti Camillo Benso Conte di Cavour, che insieme a Juliette Colbert di Maulèvrier fu protagonista della trasformazione del Barolo da vino dolce in vino di struttura da bersi nelle grandi occasioni e capace di confrontarsi alle grandi etichette l’Oltralpe, a intuire con l’enologo Luigi Oudard le potenzialità del Cortese di Gavi in ordine soprattutto alla spumantizzazione.

Il futuro però non avrebbe mancato di evidenziare il limite, evidentemente legato a una prospettiva storica, di questa pur notevole intuizione. Il Gavi si sarebbe cioè trasformato in un vino in grado di giocarsi a tutto campo, finendo con l’essere molto apprezzato anche nel contesto del crescente successo della mixology. Come del resto confermato, nel corso di “Tutto il Gavi a Torino”, dalla realizzazione da parte del bartender torinese Nicola Mancinone di due originali cocktail la cui rispettiva impronta era data dal Gavi Fermo e dal Gavi Spumante Metodo Classico.

www.consorziogavi.com