Il coraggio e la tenacia di un presidente inconsueto

Che a Matteo Ascheri non manchino coraggio e tenacia lo avevamo già rilevato in una recente intervista che apparirà a breve sul numero #14 di Bubble’s. Allora, senza troppi giri di parole, Ascheri ci aveva spiegato le ragioni delle sue dimissioni da presidente del Consorzio Piemonte Land of Wine. Dimissioni rassegnate, in definitiva, per l’impossibilità di dar vita ad una promozione del Piemonte capace di presentarlo a tutto tondo come terra di vini la cui ricchezza è una pluralità da promuoversi tuttavia unitariamente.

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Ripartire dalle Langhe e dal Roero

Ascheri tuttavia, lasciata la presidenza di Piemonte Land of Wine, non per questo ha rinunciato al progetto che aveva messo in campo. È con lo stesso intento che, da presidente del Consorzio di tutela dei vini del Barolo del Barbaresco dell’Alba Langhe e del Dogliani, congiuntamente al Consorzio del Roero rilancia un evento che, pur alla sua sesta edizione, risulta profondamente ripensato in una chiave tutta rivolta al futuro. E con un intento preciso: dimostrare tutta la forza del vino di quest’area di autopromuoversi e di valorizzare parallelamente il proprio territorio.

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Nello scenario delle OGR

Le OGR, un’area destinata nel passato di Torino alla riparazione dei treni, sono divenute – dal 2017 e grazie a un cospicuo investimento della Fondazione CRT – uno spazio destinato a promuovere innovazione e creatività. Sarà in questo contesto, dove respirare aria di futuro è divenuto una costante, che nelle giornate di oggi e domani 226 cantine del territorio delle Langhe e del Roero presenteranno i loro prodotti a chi, per professione, opera nel mondo del vino. Senza per questo escludere chi invece, ad esso, si accosta semplicemente per passione.

Torino come palcoscenico

La scelta di Torino, dove Grandi Langhe si tiene per la prima volta, rappresenta certamente un cambio di passo per l’iniziativa dei due Consorzi coinvolti. Torino e le Langhe, finora, hanno rischiato di connotarsi come mondi paralleli, certo obbligati ad interagire, ma incapaci di divenire realmente l’uno la cassa di risonanza dell’altro. Fatto che invece, ora, cominciare ad intravvedersi: trasformare Torino nella capitale di un territorio enogastronomico, che va ben al di là delle Langhe e che coinvolge l’intero Piemonte, sembra così essere la vera scommessa su cui, proprio attraverso questa rinnovata edizione di Grandi Langhe, Matteo Ascheri sembra puntare.

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