Territori DOCG, un futuro da depositi di rifiuti radioattivi?
Il grave impatto ambientale che si profila sarebbe un cocktail micidiale di distruzione per i territori e di tutto il patrimonio ampelografico italiano.
Il 2018 si apre con un prestigioso podio per i vini di Pantelleria, frutto di una secolare tradizione produttiva tramandata oralmente dai contadini dell’isola siciliana. Nella classifica annuale dei Decanter World Wine Awards 2018 i maggiori riconoscimenti sono andati a: BenRye 2015 di Donnafugata, Passito di Pantelleria, medaglia di platino e Best in show con 97/100; A’mmare 2011 di Vinisola, Pantelleria Bianco Dop; medaglia d’oro con 96/100; Arbaria 2015 di Vinisola, Passito di Pantelleria, medaglia d’oro con 95/100.
La “Pratica agricola tradizionale di coltivare la ‘vite ad alberello’ della comunità di Pantelleria”, il 24 novembre 2014 è stata iscritta dall’Unesco nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell’umanità, perchè ritenuta un’attività di rilievo. Non soltanto sul piano produttivo ed economico, ma soprattutto sociale, siccome racchiude in sè tradizione, cultura e rituali che ancora oggi aggregano i viticoltori e gli agricoltori dell’isola mediterranea.
I titoli aggiudicati nei Decanter World Wine Awards (DWWA), di fatto il più grande e prestigioso concorso vinicolo al mondo giunto alla sua quindicesima edizione, rappresentano un momento di particolare rilevanza per l’isola tutta. Ad attribuirli infatti è stata una giuria composta dai maggiori esperti e professionisti del wine business a livello internazionale, ben noti per il loro rigore nella degustazione e nella selezione.
Nell’edizione 2018 i vini Italiani si sono aggiudicati 6 medaglie “super-platino”, 29 medaglie di platino, 54 di oro, 608 di argento e 1.431 di bronzo. Per un totale di 2.128 medaglie su migliaia di campioni di vino, che ogni anno vengono inviati e degustati alla cieca da una giuria composta da 250 persone con la presenza di 20 Master Sommelier e 68 Master of Wine.
Testo di Cinzia Taibbi
Il grave impatto ambientale che si profila sarebbe un cocktail micidiale di distruzione per i territori e di tutto il patrimonio ampelografico italiano.
Da una App dedicata al turismo slow e una campagna glocal, alle degustazioni online per promuovere il territorio dell'Oltrepò Pavese.
È da ben due secoli che la Maison Delamain, guidata di generazione in generazione da una particolarissima filosofia di produzione, pensa e vive il Cognac.
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