Tra montagna e mare

Tenuta la Ponca si trova a Scriò, provincia di Gorizia, al vertice nord del Collio Friulano, poco dopo è già Slovenia. Qui le caratteristiche pedoclimatiche si distinguono facilmente e altrettanto facilmente si capisce come la viticoltura possa aver trovato il giusto spazio, non senza difficoltà iniziali. Suoli ricchi in marne arenaria, colline ventilate e dalla buona esposizione, vicinanza delle montagne che influenza l’escursione termica e vicinanza del mare la cui brezza porta sentori iodati.
Una passione per la biodiversità
Paola e Giorgio Mason ereditano dal padre la passione per questo luogo e nel 2018 entrano in azienda facendo un cambio di passo. La Ponca vanta 44 ettari, di cui 10 vitati e 34 a bosco. Tutelare la biodiversità e l’impatto ambientale qui è fondamentale; la scelta di una viticoltura biologica è quasi inevitabile. Ogni vigneto corrisponde a un toponimo, e così prendono i nomi dal posto: PACIAL, per la malvasia e il friulano; PETRIS, per sauvignon, schioppettino e malvasia; PAGLIZZA, schioppettino; SKAL, dove si coltiva la ribolla; RONK, sauvignon e PUOJE, coltivato a ribolla.

L’efficacia della semplicità
Le regole in cantina sono poche e semplici: preservare il varietale e l’espressione territoriale delle uve. Per alcune la pressatura riguarda il grappolo intero per preservarne le caratteristiche e evitare eccessive ossidazioni. È il caso di ribolla e malvasia. Altre volte invece è la criomacerazione a tutelare gli aromi di bacche diraspate protette dall’ossigeno nella pressa al freddo. Fermentazioni lente e a temperatura controllata, a cui seguono lunghi periodi di sosta sulle fecce fini sono strumenti che vengono usati spesso e accomunano tutta la produzione. Non mancano sperimentazioni con contenitori ancestrali quali l’anfora, interpretati in chiave moderna e non invasiva.
Vini che si raccontano da soli
Tutte etichette monovarietali, ad eccezione del nuovo nato. 2019 prima vendemmia per il Collio Bianco, blend di friulano malvasia e ribolla. Non filtrato e non stabilizzato si racconta nel calice in tutta la sua masticabilità, è sapido e persistente. I monovarietali (tutti bianchi più lo schiopettino) grazie al contributo dei suoli e al corretto raggiungimento della maturità fenolica per merito delle escursioni termiche riescono a raggiungere nel bicchiere equilibrio, importante viste le gradazioni alcoliche non indifferenti. La produzione è di 30.000 bottiglie all’anno, destinate tutte a horeca Italia.
Info: www.laponca.it/it/