Il nome Langhe, superata ormai da tempo la sua funzione identificativa di una specifica area geografica del sud del Piemonte, si è trasformato in una sorta di brand di qualità. E a risuonare attraverso di esso è un territorio che, divenuto noto al grande pubblico per i suoi vini prestigiosi e per il suo tartufo, proprio attraverso questi ultimi ha saputo veicolare la bellezza dei suoi paesaggi, l’eccellenza dei suoi prodotti, il fascino di qualche giorno di relax trascorso tra le sue colline.
Non stupisce dunque il successo di pubblico, reso possibile anche da un’efficace e coinvolgente organizzazione, raccolto da “Langhe in Tavola”. L’iniziativa, che si sta concludendo proprio in questi giorni, ha contribuito a rafforzare ulteriormente, sulle piazze metropolitane di Torino e Milano, la magia del territorio che questo nome evoca. Una magia che si è materializzata per qualche ora, in sette cene, tenutesi in qualificati ristoranti delle due città, nei cibi e nei vini che proprio delle Langhe hanno trasmesso sentori e sapori.
A qualificare l’iniziativa, inserita nella strategia di valorizzazione del territorio albese perseguita dall’associazione “Strada del Barolo e dei grandi vini di Langa”, è stata innanzitutto la presenza di alcune prestigiose cantine dell’area: Marchesi di Barolo, Costa di Bussia, Bel Colle, Le Strette e Silvano Bolmida. Proprio i loro vini, e particolarmente i loro Baroli, hanno saputo sedurre il pubblico, che ne apprezzato l’abbinamento con il Prosciutto di Cuneo e i formaggi Bra e Raschera, divenuti ingredienti chiave dei piatti proposti. Sei i locali coinvolti: Magazzini Oz, Magazzino 52, Rosso Rubino, Quadre, 3galli, Morgante Cocktail.
Tenuto conto del successo riscosso dall’iniziativa c’è da augurarsi che essa, non solo venga ripetuta nei prossimi anni, ma anche venga estesa ad altre città, perlomeno italiane. Il format infatti è risultato vincente e sarebbe un vero peccato non approfittarne. Perché non far conoscere in diretta il Barolo e gli altri vini delle Langhe ad un pubblico qualificato che, vivendo in aree più lontane dal Piemonte, potrebbe trovare in questi eventi uno stimolo per venire a conoscere più da vicino le colline inserite dall’UNESCO nella lista del Patrimonio dell’Umanità?
Testo di Piergiuseppe Bernardi