Come sfuggire alle suggestioni dell’Innovation Corner di Cibus 2018, se non immergendosi in una tradizione di cucina che punta tutto sulla semplicità della materia prima e sulla riproposizione di piatti che ne valorizzano, in modo immediato ed efficace i sapori? Di ritorno verso Torino, puntiamo sull’Antica Trattoria al Duomo di Fidenza, dove il fratello del comico Gene Gnocchi sa ormai da anni farsi apprezzare per piatti capaci di lasciar risuonare i gusti antichi dell’Emilia.

Eccoci dunque seduti – un’insolita serata calda di questa piovosa primavera lo consente – a uno dei tavoli del dehors interno di questa trattoria. Qui informalità e qualità della proposta gastronomica, accompagnandosi a un servizio il cui tratto talora un po’ affannoso è ben compensato da una spontanea cordialità, hanno saputo trovare un giusto equilibrio. Quanto basta a farvi sentire subito a casa e ad abbandonarvi agli aromi semplici di un buon gutturnio maturato sulle colline della vicina Castell’Arquato.

L’atmosfera casual che si respira tra i tavoli ci consente di invertire l’ordine dei piatti. Partiamo con i tortelli, alle erbette e di zucca: forse meglio i primi dei secondi, anche se ovviamente a determinarlo è la nostra malattia di critici spietati di tutto ciò che mettiamo in bocca. In realtà molto buoni entrambi e – specie per un piemontese come me – stupefacenti per la sottigliezza della sfoglia che, avvolgendone morbidamente l’impasto, ne fa risaltare tutto il sapore.

Eccoci dunque tornare agli antipasti, puntando senza esitazione sulla tradizione più rigorosa: quella esplosiva di un buon piatto di salumi emiliani, tra i quali abbiamo apprezzato soprattutto la pancetta e l’immancabile culatello, accompagnati da una suadente e vaporosa torta fritta, purtroppo giunta in tavola non così calda come forse ci saremmo aspettati. Concludiamo con una croccante sbrisolona e con una morbida zuppa inglese, i cui sapori avvolgenti ci accompagneranno nel viaggio notturno verso casa.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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