Lo sapevate? Questo grande artista – pittore, inventore, scrittore, non c’è un modo per definirlo se non “genio” – nella sua lunga carriera si occupò anche di arte culinaria. Ebbene sì, proprio Leonardo da Vinci. Vale la pena raccontarlo in occasione dei festeggiamenti dei 500 anni dalla sua morte, caduti proprio in questo anno che giunge al termine, il 2019. Sono cinque le invenzioni del genio toscano di cui abbiamo qualche traccia nel Codice Atlantico, la collezione leonardiana più importante e completa al mondo, oggi conservata alla Biblioteca Ambrosiana di Milano.

Nel Codice Atlantico si mescolano tutte le discipline coltivate da Leonardo da Vinci: medicina e ottica, architettura e idraulica, geometria e astronomia, meccanica e urbanistica, anatomia e arti figurative. Circa 1750 disegni prodotti tra il 1478 e il 1519. Notevoli sono i progetti di macchine semoventi, di armi sofisticate, di congegni ed ingranaggi: Leonardo li presenta con stupendi disegni. Tra questi fa capolino il suo interesse per il vino e per il cibo. Progetti niente di meno che per il girarrosto, l’affetta uova a vento, il trita aglio, il macina pepe. E, in particolare, il cavatappi. La sua forma compare in alcuni schizzi, databili tra il 1482 e il 1499. 

La passione segreta dell’uomo simbolo del Rinascimento è così svelata: la cucina. Leonardo da Vinci, per arrotondare scarsi introiti nella bottega del Verrocchio a Firenze, lavorava come cameriere alla “Taverna delle tre lumache” sul Ponte Vecchio. Il proprietario si trovò un giorno senza cuoco e promosse Leonardo da cameriere a capocuoco. Qualche tempo dopo, insieme all’amico Sandro Botticelli (sì, proprio l’autore della “Nascita di Venere”), aprì “La Taverna delle Tre Rane”. Ma il locale non ottenne successo. Leonardo fu per molti anni anche Gran Maestro di banchetti alla corte degli Sforza, a Milano. 

Negli scritti del Codice Atlantico si desume che Leonardo da Vinci fu conoscitore di erbe e spezie come zafferano, curcuma, fiori di papavero. Inventò delle ricette, tra cui la bevanda afrodisiaca Acquarosa, a base di estratto di acquarosa, zucchero, infuso di limone e alcool, da servire fresca. Leonardo stesso la definisce “la bevanda estiva dei Turchi”. E non mancò il vino nella vita del genio. Nel 1499 Ludovico il Moro gli regalò una vigna, dopo aver dipinto il Cenacolo. La vigna è stata ripristinata nel 2015, in occasione di Expo Milano, riportando alla luce il vigneto originale: l’antichissima Malvasia di Candia Aromatica.

Testo di Sara Stangoni