Il Consorzio di Tutela del Barolo, Barbaresco, Alba Langhe e Dogliani, ha un nuovo presidente. Matteo Ascheri, il cui nome aveva cominciato a circolare già nei giorni scorsi in una forma tanto concreta da renderne praticamente sicura l’elezione, è stato oggi indicato dall’assemblea dei produttori come suo uomo di punta. Trova così soluzione la situazione determinatasi a seguito delle dimissioni del precedente presidente, Orlando Pecchenino, costretto a questa decisione da una vicenda giudiziaria che aveva visto coinvolte, peraltro per questioni forse più formali che sostanziali, le cantine di sua proprietà.
Matteo Ascheri, imprenditore vitivinicolo laureato in Economia e Commercio, può contare su una solida esperienza maturata sia nella gestione della propria azienda sia nell’ambito dell’associazionismo legato al mondo del vino e del turismo. Presidente del Consiglio di amministrazione dell’Unione Produttori Vini Albesi dal 1991 al 1997, vicepresidente dell’Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero dal 2002 al 2005 e oggi membro del Consiglio di amministrazione del Consorzio Turistico Langhe Monferrato Roero, Ascheri ha tutte le carte in regola per giocare la sua partita al vertice di uno dei più importanti consorzi vitivinicoli italiani.
Il presidente neoeletto sarà chiamato a guidare un Consorzio di Tutela che rappresenta oltre 500 aziende vitivinicole, le cui proprietà vitate si estendono su ben 10 mila ettari di Langa e Roero e la cui produzione complessiva di bottiglie raggiunge i 65 milioni di unità. Un Consorzio che ha saputo nel tempo diventare il volano di un’intera area, rivitalizzandone l’economia e stimolandone il turismo in forme tanto efficaci da vedere l’intero territorio di pertinenza del consorzio riconosciuto come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco.
«La grande partecipazione dei produttori che ho visto in questi giorni – ha affermato il neo presidente Ascheri – è segno di una vivacità e di un’energia positiva di questo Consorzio e di tutto il territorio. Inizieremo riattivando il ruolo dei comitati che hanno il compito di gestire le denominazioni tutelate e sono uno strumento di partecipazione dei produttori. Ci occuperemmo fiin da subito della promozione delle denominazione, concentrandoci su progetti specifici in base alle diverse esigenze che emergeranno».
Testo di Piergiuseppe Bernardi