Le avevamo assaggiate gli anni scorsi, le bollicine di Nebbiolo Noblesse. Erano promettenti, ma in molti casi sembravano ancora tradire l’incertezza di un inizio forse reso difficile dal territorio stesso in cui nascevano. Scegliere di produrre Metodo Classico nel cuore dei grandi cru del Barolo e del Gattinara veniva guardato, almeno all’inizio, come una sorta di gioco o nel migliore dei casi come il semplice vezzo di chi, potendo già contare su un vino di grande potenza, esplorava anche la strada delle potenzialità di questo stesso vitigno nella direzione dell’eleganza leggera del perlage.

Col tempo però si è capito che non si trattava né di un gioco, né di un vezzo. Il progetto Nebbiolo Noblesse, in una forma capace di coinvolgere anche il Roero e l’alto Piemonte, ha gradualmente acquisito una fisionomia nella quale solidità e creatività sono venute crescendo fino a poter essere assaporate al naso e al palato. E questa crescita, se nella degustazione dello scorso anno era stata intuibile, in quella di recente tenutasi a Torino è divenuta eclatante. Il Nebbiolo Metodo Classico, ormai proposto esclusivamente in purezza, ha davvero fatto il salto di qualità che gli mancava.

Questo salto di qualità è intanto risultato ben visibile nelle bollicine di Nebbiolo presentate da alcuni produttori che, già in passato, avevano lasciato intravedere le loro rilevanti potenzialità. La forza del perlage di Ettore Germano, l’eleganza di quello di Angelo Negro, la freschezza infine di quello di Marchisio Family sono soltanto esempi del crescente trend di qualità che, aggirandoci tra i tavoli della presentazione torinese, abbiamo apprezzato. Non senza stupirci per lo specifico tratto impresso, dalle diverse cantine, a queste singolari bollicine.

Un’analoga crescita qualitativa abbiamo potuto costatarla anche nei vini spumantizzati legati al progetto Nebbione, il cui perlage nasce dalle punte di grappoli di vigneto Nebbiolo destinati, nella parte rimanente, a dare vita a Baroli e Gattinara di punta. Lasciate che a parlare, al vostro palato, sia l’esplosione di sapori delle bollicine di Travaglini, di Enzo Boglietti o di Rivetto. I quaranta mesi di riposo sui lieviti riusciranno senza fatica a convincervi del fatto che il Nebbiolo vinificato in bianco e spumantizzato con metodo classico sia ormai una scommessa già vinta.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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