Un Sangiovese in purezza

Una bottiglia contrassegnata con un’etichetta e avvolta in carta di seta, entrambe decorate da un artista di fama internazionale: è questo l’habitus del Chianti classico Casanuova Nittardi 2018 “Vigna Doghessa” DOCG. Un nuovo tassello dell’omaggio con cui Peter Femfert e sua moglie Stefania Canali, attuali proprietari della storica Tenuta di Nittardi, hanno scelto di rendere ogni anno al più celebre fra gli antichi possidenti di quest’angolo di Maremma: Michelangelo Buonarroti.

Etichetta Casanuova Nittardi 2018
Particolare dell’etichetta del Casanuova Nittardi 2018 “Vigna Doghessa” DOCG

Il vino esclusivo di un vigneto giovane

 Vigna Doghessa, da cui nasce il Chianti Casanuova, è il vigneto più giovane dell’azienda Nittardi, con una produzione d’uva di altissima qualità resa unica dal felice microclima e dalla mineralità del terreno. Alla fermentazione naturale in acciaio succede l’affinamento in tonneaux di rovere, cui segue una breve permanenza in cemento e infine in bottiglia. Ne scaturisce un vino dal bel rosso rubino, con sentori di ciliegie e di erbe aromatiche, dai tannini morbidi ed equilibrati, con un potenziale d’invecchiamento di oltre dieci anni.

Il Nectar Dei di Michelangelo

Nel XVI secolo questa Tenuta era il Nectar Dei, la torretta di difesa in mezzo alle vigne sulle colline tra Siena e Firenze, da cui Michelangelo Buonarroti ricavava il suo vino. Un vino che, evidentemente, doveva apprezzare non poco, visto che nel 1510 ne fece inviare due bottiglie come “dono genuino” anche a papa Giulio II, su incarico del quale stava lavorando agli affreschi della Cappella Sistina. Un gesto che gli attuali proprietari hanno voluto riproporre a più di mezzo secolo di distanza, con un omaggio di vino ai due pontefici a noi più vicini, Benedetto XVI e Francesco.

Casa padronale azienda Nittardi

Quarant’anni legati all’arte

È dal 1981 che un artista prestigioso realizza per il Chianti classico Casanuova Nittardi 2018 “Vigna Doghessa” DOCG l’etichetta della bottiglia e la decorazione della carta di seta pensata per avvolgerla. Quasi un invito a rinviare nel tempo il desiderio di stappare, versare e… assaporare!  Difficile farlo davanti a un prezioso oggetto da collezione, foriero di nuove e impreviste emozioni.  Come quelle suggerite dalla bottiglia decorata quest’anno dall’artista tedesco Johannes Heisig, dove un Bacco incoronato di foglie d’ulivo porge a una musa un promettente bicchier di vino. Riuscirà la bella a resistere al fascino tentatore del dio? E a quello, molto più insidioso, del profumo del Chianti? 

www.nittardi.com