Quando ad aprire i battenti è un locale in qualche modo riportabile a una catena, il sospetto che la qualità possa non essere al top verrebbe a chiunque sia costantemente alla ricerca di sapori autentici. E devo confessare che, quando mi sono seduto a uno dei tavoli di Peperino Pizza, questo sospetto era ben più di un’ipotesi remota. E invece, disattendendo fortunatamente la mia previsione, questa nuova apertura torinese si è rivelata una sorpresa sia per l’attenzione alle materie prime, sia per la capacità di gestirle in cucina valorizzandone l’essenzialità.
Certo Peperino Pizza, piacevolmente arredato in stile industrial chic, ha ancora qualche problema di tempistiche nel servizio e, nei momenti di punta, evidenzia una forse insufficiente insonorizzazione. E tuttavia, se il primo dei due problemi potrà essere facilmente risolto da un adeguato rodaggio, a rendervi assolutamente tollerabile il secondo saranno i piatti che arriveranno in tavola e che vi faranno pensare per un attimo non di essere nella città della Mole, ma in quella Napoli che vive da secoli ai piedi del Vesuvio.
In realtà, la sera in cui ho avuto occasione di mangiare da Peperino Pizza era una sera piuttosto speciale. In cucina c’erano il maestro pizzaiolo Salvatore Santucci, i cui allievi seguono la cucina del nuovo locale torinese, e la chef Imma Ferraro, la cui presenza a Torino prima a fianco di Scabin e poi a Scalo Vanchiglia non ha intaccato la sua passione per la cucina partenopea. La serata, coniugando il talento dei due, è dunque stata un’esplosione di gusti e sapori legati a questa straordinaria tradizione gastronomica, non senza qualche riuscita contaminazione.
Gli accattivanti impasti della cucina di Salvatore Santucci e i suggestivi abbinamenti suggeriti da Imma Ferraro si sono così rivelati un matrimonio indiscutibilmente riuscito: e se di quest’ultima si è sentita la vivace creatività nella Montanara nera e negli Strascinetti angioini, insolitamente abbinati a una leggera bagna cauda, del primo ad emergere è stata la straordinaria capacità di dar vita a pizze in grado sia di integrarsi perfettamente con l’alta cucina, sia di esprimere nella sua essenzialità, come nel caso della gustosa “Santucci Verace” costantemente in carta da Peperino Pizza, quell’impasto condito che del Made in Italy è diventato uno dei simboli internazionali più famosi.
Testo di Piergiuseppe Bernardi