La stazione della Leopolda di Firenze, specie in giorni come questi, richiama alla mente il fulgido inizio di un giovane politico italiano destinato in seguito ad essere divorato dalla sua stessa ansia rottamatrice. La capacità del food di durare nel tempo va però fortunatamente ben oltre i dinamismi autodissolutori della politica 2.0 ed ecco dunque materializzarsi nei prossimi giorni, proprio negli spazi della Leopolda, un evento gastronomico tanto consolidato da essere ormai giunto alla sua Tredicesima Edizione: Pitti Taste.

L’evento, promosso da Pitti Immagine e previsto per i giorni dal 10 al 12 marzo, sarà dedicato alle eccellenze del gusto, contestualizzate nel più vasto orizzonte del lifestyle legato al cibo di qualità. A costituire l’ossatura dell’Edizione 2018 della manifestazione saranno 400 aziende, selezionate tra le migliori realtà italiane impegnate nel settore del food e capaci coi loro prodotti di nicchia di sedurre occhi e palato. Non senza tuttavia riservare un’attenzione particolare al tessuto produttivo che contribuisce a ottimizzare questo mondo goloso attraverso la tecnologia e il design.

Il Focus che in ogni edizione Pitti Taste dedica a un aspetto particolare del mondo del food sarà quest’anno incentrato sul Foraging, esplorando una pratica di cui si sta assistendo alla sempre più massiccia diffusione: raccogliere e cucinare piante selvatiche, alghe, erbe, arbusti, licheni, semi, resine, radici e, dunque, tutti i prodotti vegetali commestibili che l’habitat naturale in cui viviamo naturalmente offre. Far conoscere le concrete possibilità di utilizzo del cibo selvatico, nel rispetto della salvaguardia ambientale, sarà dunque oggetto di dibattiti e laboratori specifici.

L’obiettivo di questa Tredicesima Edizione di Pitti Taste, il cui pubblico è gradualmente cresciuto negli anni fino a superare i 15 mila visitatori, sarà quella di offrire a chi parteciperà all’evento la possibilità di compiere un vero e proprio viaggio nelle diversità del gusto. Passando dai formaggi alle birre, dalle farine al prosciutto, dal cioccolato al miele, dalle verdure sottolio alla frutta disidratata, il percorso tra i diversi stand potrà così trasformarsi in un momento di scoperta e di approfondimento delle più diverse forme contemporanee che l’italian food sta via via assumendo.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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