In principio il “mestiere” di modella non esisteva (tanti e tanti addietro), poi sono arrivati i golden age delle supertop che hanno stravolto totalmente l’industria della moda, le campagne di advertising e il modo stesso di concepire i catwalk. A seguire gli addii alle “passerelle anonime” compensati dall’affermazione dei nuovi “astri nascenti” che hanno prepotentemente preso la scena. Oggi arrivano le “figlie di”. Magari saranno tutte strane coincidenze, scherzi del destino. Ma se è doveroso il beneficio del dubbio, è lecito porsi una domanda: che la moda sia ormai diventata appannaggio di una ristretta cerchia di fortunati che hanno avuto il privilegio di nascere nel “fashion world”? Vi sveliamo il motivo scatenante la nostra riflessione: il caso KXK (Karl per Kaia). La figlia di Cindy Crawford infatti, non solo ha superato la mamma guadagnandosi, non a 20 bensì a 16 anni, una copertina su Vogue ma è anche stata scelta dal Kaiser della Moda come stilista per la sua capsule collection. Kaia Gerber: da modella a designer. Una notizia che sta facendo molto rumore e sta dando spazio alla polemica dei più maliziosi. Se il sogno della piccola Kaia era quello di cavalcare l’onda della divina top, bisogna affermare che l’ombra della mamma non è stata per niente ingombrante per la modella rivelazione del 2017 che, fortemente voluta da Raf Simons, lo scorso settembre debutta sulle passerelle di Calvin Klein, apre lo show di Moschino a Milano e di Chanel a Parigi. La ragazzina “prodigio” muove i primi passi sullo stiletto non per uscire con le amiche il sabato sera ma per guadagnarsi tutta l’attenzione sulle passerelle di Fendi, Saint Laurent, Wang e Versace. Fino a diventare la giovane musa di Lagerfeld. Una linea ispirata al suo stile West Coast, è questo ciò che Karl ha chiesto per capi ready to wear, accessori, scarpe e gioielleria che porteranno il nome “Karl Lagerfeld per Kaia”. La capsule, naturalmente, sarà lanciata con una serie di eventi che faranno tappa a Los Angeles, New York e Parigi. Una strategia perfetta fondata sulla comunicazione che precederà l’arrivo in boutique della collezione della regina dei social. Tutto sembra essere in sintonia col nuovo mondo in cui follower e like decidono il destino dei brand e l’andamento del mercato. Non vogliamo essere tra i cinici che criticano la scelta del Kaiser della Moda che di scelte errate, secondo noi, non ne ha mai fatte. Del resto Kaia non è la prima “modella prodigio” della storia. Ricordiamo la mamma Cindy, per Re/Done, Gigi Hadid, per Tommy Hilfiger (ha generato per il sito il 900% di traffico subito dopo la sfilata), Claudia Schiffer per Aquazzurra. E non è neppure la prima giovane ad avvicinarsi al mondo del business. A questo punto non ci resta che aspettare fiduciosi di scoprire se quella di Karl è stata una “grande intuizione” e se Kaia diventerà la stilista dell’anno 2018. Ai posteri l’ardua sentenza? Direi proprio di no! Adesso il verdetto finale è in mano alla generazione Z.
Largo ai giovani! Ma è davvero questa la direzione giusta in un mondo, come quello dell’industria della moda, che ha sempre considerato “l’heritage” un punto di partenza e di arrivo?

Testo di Elisa Zisa