L’universo della pizza, espressione ante litteram di una globalizzazione spontaneamente determinata da quello che sarebbe rapidamente diventato uno dei simboli più immediatamente capace di evocare il made in Italy, è ormai alle prese con una profonda trasformazione. Grandi chef e pizzaioli intraprendenti hanno cominciato a esplorarne tutte le potenzialità gastronomiche, facendone emergere un profilo nuovo: quello di un prodotto la cui identità, senza smettere di evocare la morbida croccantezza della pizza, è ormai quella di un piatto d’essai.
Proprio questa nuova identità della pizza l’abbiamo riscontrata nelle proposte di TasteiT, format specializzato in pizza gourmet nato a Modena con l’obiettivo di esaltare le eccellenze del territorio e ora approdato, con lo stesso intento, anche a Torino. E l’approdo di questa realtà nel capoluogo subalpino, in linea con la filosofia che ne ha animato gli inizi, si distingue per una serie di pizze che, a partire da suggestivi impasti realizzati con farine nobili macinate a pietra, riescono a evocare gusti e sapori profondamente legati alla tradizione piemontese.
L’espressione più compiuta del declinarsi torinese di TasteiT è certamente rappresentato dalla pizza che amalgama un originale impasto al nero di seppia con l’acciuga del cantabrico e una salsa verde in cui la morbidezza della stracciatella risulta giustamente equilibrata dal sapore deciso del peperone. Ancora da precisare invece la pur riuscita pizza alla tartare di fassona guarnita con stracciatella, capperi e olive taggiasche. A nostro avviso da proprorre senza l’aromatizzazione al tartufo, di fatto destinata attutire con la sua potenza il sapore della carne.
La scelta delle pizze gourmet da TasteiT va ovviamente ben oltre la loro declinazione piemontese. Decisamente seducente, tra quelle assaggiate, la Tataki con tonno in crosta di pistacchio di Bronte, stracciatella di Gioia del Colle e Cipolla rossa di Tropea caramellata all’aceto balsamico di Modena. O anche la più semplice Margherita al Crudo di Parma o – perché no? – la Vegetariana. Il tutto proposto, non con la consueta birra, ma con delle ottime bollicine italiane di Trento Doc. E con il morbido finale dolce di una Scomposta di millefoglie con crema.
Testo di Piergiuseppe Bernardi