In un periodo storico in cui il tema della sostenibilità è sempre più sentito da consumatori e produttori, anche le piccole griffe del vino sperimentano la via dei “bilanci di sostenibilità”, fino a ora obbligo solo per le aziende quotate in borsa e scelta di grandi realtà strutturate. Pubblicato di recente, il volume “Il percorso delle buone pratiche: fare bene per fare del bene”, racconta proprio l’evoluzione, dal 1930 a oggi, di un’azienda virtuosa del Friuli Venezia Giulia: Venica, premiata da anni dalle Guide enologiche nazionali con riconoscimenti per le buone pratiche implementate negli anni.
Venica, dopo essersi incamminata nel 2006 sulla strada della sostenibilità ricorrendo alla produzione di energia rinnovabile, nel 2011 aderisce V.I.V.A. Sustainable Wine, progetto pilota avviato dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con 9 aziende e 3 centri di ricerca. Con un preciso obiettivo: misurare la performance di sostenibilità della filiera vite-vino, gli investimenti in biodiversità e sostenibilità in sicurezza delle condizioni di lavoro dei collaboratori, il rapporto con il territorio.
Nell’articolata prefazione al volume Carlo Cambi scrive scrive: Venica «ha una sostenibilità innata che oggi, giustamente, traducono in documento». Un’esperienza quella di questa famiglia che può fare da apripista non solo per il Friuli Venezia Giulia, ma anche per tante piccole aziende virtuose italiane, per le quali strumenti come il bilancio di sostenibilità possono trasformarsi in veicoli per raccontare ancora di più il proprio lavoro e impegno a player della filiera e appassionanti.
«Il Bilancio di Sostenibilità– commenta Ornella Venica, curatrice del progetto di comunicazione – è la presa di coscienza che lavoriamo a tutela della terra e in relazione con la comunità. È una dichiarazione d’identità e di responsabilità: le azioni di oggi sono infatti il risultato di una storia che arriva dal passato e sono un impegno per il futuro. È un viaggio umano, tecnico e imprenditoriale che raccoglie una storia, contiene una mission e offre dei valori da trasmettere (…). I parametri da rispettare sono sì tecnici, ma la differenza la fanno il cuore e “il camminare le vigne”, come ci ha insegnato Luigi Veronelli. Perché facciamo tutto questo? Abbiamo ricevuto in dono la terra e abbiamo la responsabilità di trasferirla integra alle generazioni future».
Testo di Giovanna Moldenhauer