Nino Franco, tra vecchie e nuove annate di Valdobbiadene
di Giovanna Moldenhauer
L’incontro con Primo Franco, accompagnato da sua figlia Silvia, ci ha trasportato in modo immaginario, in un’altra dimensione temporale. Primo ci ha preso per mano e raccontato, accompagnando le sue parole ad annate che hanno sfidato il tempo, affermando “Il vino è un lusso democratico, un inno al piacere e alla cultura del bello e del buono”. Dopo un’introduzione in cui cercheremo di riportare i punti salienti della sua presentazione, segue la degustazione di diversi vini che ci ha presentato andando con alcuni di essi decisamente indietro con alcune annate dei suoi grandi classici. Il nostro incontro ha avuto luogo presso l’Enoluogo di Civiltà del Bere a Milano.

Primo Franco si è diplomato a Conegliano nel 1967, entrando poi in azienda nel 1971 in quanto unico maschio della famiglia. Suo nonno Antonio Franco, mercante di vino, creò il marchio nel 1919. Venne poi portata avanti dal figlio Giovanni, detto Nino, a cui si devono le prime vinificazioni. Ma la rivoluzione di questo marchio è a opera di Primo Franco, suo nipote, che ha innescato il cambiamento. È lui a scrivere i primi capitoli della storia del Prosecco nelle grandi cucine internazionali dal primo Prosecco millesimato, nel 1983, alla carta dei cocktail del Mayfair Regent di New York. Nella loro storia sono i vigneti a fare la differenza, i quattro ettari di singole particelle di proprietà all’interno del Comune di Valdobbiadene, recuperate attraverso severe selezioni massali e coltivate secondo protocolli dedicati.
La degustazione
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut s. a. Rustico
Da sola Glera su suoli assai variegati data la loro notevole complessità di formazione. Sui versanti più ripidi ed erosi sono sottili, con accumulo di sostanza organica in superficie a diretto contatto con il substrato calcareo. In cantina fa la fermentazione in acciaio a temperatura controllata, la seconda fermentazione in autoclave. Di colore giallo paglierino brillante, al naso è fruttato e floreale, con in evidenza note di pera Williams e fiori bianchi, lievi note di crosta di pane. Al palato svela una trama morbida, cristallina e delicata.
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut 2024 Vigneto della Riva di San Floriano
Prosecco da singola particella di Glera proveniente dal vigneto della Riva di San Floriano, nel comune di Valdobbiadene. Qui i filari crescono su pendenze elevate che richiedono un faticoso lavoro manuale e una costante presenza in campo. La singola vigna San Floriano presenta calcari marnosi e selciferi di varie età, di colore biancastro, con interstrati argillosi e appartenenti alla formazione geologica di sasso biancone. Per la vinificazione fa la fermentazione in acciaio, poi permane sui lieviti per un lungo periodo e fa la seconda fermentazione in autoclave. Dopo un colore giallo paglierino, con un perlage fine e persistente, svela al naso delicate note di pesca, pera, poi rosa e glicine avvolte in un delicato bouquet. Al palato ha una buona acidità di base, è cremoso, con una ricchezza gustativa tipica del Prosecco di collina, persistenza.
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Brut 2023 Nodi
Nodi sono le nodosità dei ceppi di questo Prosecco da singola particella, che superano il secolo di età e appartengono a cloni piantati in tempi antichi, oggi propagati direttamente in vigna con innesti sul campo. Ma sono anche i Nodi del vento, che accarezza costantemente i filari. La singola vigna Col Del Vent è costituita da suoli con prevalenza di materiale di origine fluvio-glaciale. Per la vinificazione fa la fermentazione in acciaio, poi permane sui lieviti per un lungo periodo, seguiti da una seconda fermentazione in autoclave, affinamento in bottiglia per qualche mese. Dopo un colore paglierino, con un perlage fine e persistente, ha al naso profumi floreali di glicine e rosa, poi note fruttate di pera, uva spina e lime. Al palato è intenso e vellutato al palato ha una buona acidità̀, con una piacevole nota sapida nel finale dove ritorna un sentore di pesca e frutta a pasta bianca.
Vino Spumante Brut 2018 Grave di Stecca (in anteprima)
Le uve di Glera di Grave di Stecca le abbiamo presentate poco sopra. Pedologia e microclima della zona regalano uno spumante con caratteristiche straordinarie, profondissimo e complesso, in cui i sentori di frutta matura si armonizzano a sfumature di erbe aromatiche e intense note minerali. Il vigneto di circa 2,4 ettari, si trova ai piedi del versante meridionale del monte Cesen, a un’altitudine di circa 270 metri. Per la vinificazione fa la fermentazione in acciaio, poi permane sui lieviti per un lungo periodo. Seconda fermentazione in autoclave, lungo affinamento in bottiglia. Dopo un giallo paglierino, brillante, con bollicine fitte, ha al naso note di erbe aromatiche come la salvia e intense note minerali di pietra focaia. Al palato è secco, cremoso, profondo e complesso, con un finale setoso e persistente caratterizzato da un tocco di mandorla tostata. Di questo spumante abbiamo assaggiato anche la 2014 e la 2010 dove le differenze sostanziali erano soprattutto al naso più o meno evoluto.
Photo @ Nino Franco






