Cantina di Soave cambia nome, nasce CADIS 1898

Di Giovanna Moldenhauer

 

Nell’ambito di un’ampia riorganizzazione strategica, che mira a dare visibilità a ogni sito produttivo aziendale, Cantina di Soave, qualificata realtà del panorama enologico italiano ed internazionale, cambia nome in CADIS 1898.

“È cambiato l’abito, ma di certo non l’anima che da 125 anni ci guida alla ricerca del miglior risultato per i nostri 2.000 soci conferitori e per tutti quei clienti che da anni acquistano le nostre bottiglie”, esordisce il direttore generale di CADIS 1898 Wolfgang Raifer. Il nuovo nome, acronimo che riprende le iniziali dello storico, si accompagna all’anno di fondazione del gruppo: un binomio che porta con sé equilibrio tra modernità e storicità. Nuovo è anche il logo, con un’identità grafica più minimale e contemporanea, così come il nuovo sito internet, fresco e dinamico, efficace nella comunicazione e nella presentazione della grande realtà del gruppo vitivinicolo.

Il nostro progetto – prosegue Raiter – mira a preservare la storia e la tradizione dell’azienda fondata nel 1898 e allo stesso tempo dare maggior risalto alle diverse realtà territoriali, e di conseguenza alle denominazioni, che si sono aggiunte con il passare degli anni. Oggi CADIS 1898, comprende al suo interno diverse cantine: Cantina di Soave per la denominazione di Soave, Cantina di Cazzano di Tramigna e Cantina di Illasi per i rossi della Valpolicella, Cantina di Montecchia di Crosara per la denominazione del Durello e Terre al Lago per quanto riguarda Bardolino, Chiaretto di Bardolino, Custoza e Garda”. Precisando poi “Abbiamo poi altri brand come Maximilian I, Equipe 5, Poesie e Rocca Sveva”.

Nel corso della presentazione è stato precisato come dal 2008 Cantina di Soave, con il suo gruppo, ha preso contatto con il Lessini Durello, la sua denominazione e il suo Consorzio. Chiediamo quindi a Raiter di come, rispetto alla presentazione del loro nuovo Lessini Durello DOC Metodo Classico che presentiamo di seguito, sono soddisfatti dei risultati raggiunti con i due precedenti vini dalla stessa varietà Lessini Durello Brut 733 da Metodo Martinotti, Lessini Durello Collineri Riserva 36 mesi anche lui Metodo Classico.

Siamo molto contenti dei risultati ma consci che la denominazione del Lessini Durello ha ancora enormi potenzialità da rivelare. Pensiamo di essere solo all’inizio di una lunga strada ancora tutta da percorrere e che può regalare enormi soddisfazioni”. Aggiungendo poi una precisazione “La denominazione del Lessini Durello non è particolarmente conosciuta dal grande pubblico. I consumatori che si sono avvicinati a questa tipologia di vino hanno dimostrato di apprezzare la nostra proposta attraverso la Cantina di Montecchia di Crosara”.

 

Oltre all’intervento in apertura d’evento circa il nuovo marchio, Raiter ha poi presentato il loro nuovo Montecletha Lessini Durello DOC Metodo Classico Riserva Nature 60 mesi, passando la parola a Daniela Guiducci, vice delegato ONAV della sezione di Monza. Professionista preparata e decisamente competente ha, oltre alla presentazione delle caratteristiche dell’uva Durella, della sua ottima predisposizione a essere spumantizzata, condotto un’interessante orizzontale su sei differenti tipologie di Metodo Classico del Nord Italia, servite rigorosamente alla cieca, a una temperatura idonea per potere apprezzare al meglio le caratteristiche di ognuno.

Le sei tipologie hanno compreso oltre un Lessini Durello e un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore dal Veneto, un Trentodoc dal Trentino, un Franciacorta e un Oltrepò dalla Lombardia, un Alta Langa dal Piemonte.

Nel primo calice abbiamo riconosciuto Solicum Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Metodo Classico Brut della cantina sociale Soligo da uva Glera. Ha al naso i classici sentori di crosta di pane, seguiti da erbe aromatiche come il rosmarino, poi fiori gialli di campo. All’assaggio il sorso è piacevole visto la gradazione alcolica di 11,5%, essendo poi sapido, fresco, di buona intensità.

Il secondo Metodo classico proveniva invece dal Trentino e noi l’abbiamo individuato per primo. Lì Letrari Vini e Spumanti realizzano nella loro gamma anche Dosaggio Zero Trentodoc da Chardonnay 85% e Pinot Nero 15%, ottenuto in questo caso da una base del 2020, con un affinamento di 24 mesi sui lieviti. I profumi complessi sono di fiori bianchi, poi note agrumate con cenni di lime, a seguire frutta a polpa bianca come mela e pera, un tocco ammandorlato, poi sfumature di crosta di pane. Al palato è piacevolmente fresco, sapido, di buona armonia, con un finale secco, dove ritroviamo un frutto delicato e un tocco agrumato.

Come terzo calice abbiamo degustato Montecletha Lessini Durello DOC Riserva Nature 60 mesi. Qui il naso ha fresche note floreali di acacia e zagara, fruttate con sfumature esotiche, poi cedro candito e bergamotto, accompagnate da sentori di lievito. Al palato ha una bella tensione, è cremoso, fresco, sapido, con un finale persistente.

Poi è stata la volta dell’Alta Langa DOCG Blanc de Blancs Extra Brut 2019 di Fontanafredda, da solo Chardonnay. Dopo un naso intenso, con note di frutta a polpa gialla matura, di frutta secca, con un tocco agrumato, chiude con crosta di pane e miele. All’ingresso in bocca è cremoso, avvolgente, fresco, leggermente sapido, con una chiusura persistente.

Quindi è stata la volta dell’Oltrepò di Scuropasso con il Roccapietra Blanc de Blancs Metodo Classico VSQ Extra Brut Millesimato 2018. Ottenuto da solo Chardonnay, al naso ha note citrine, erbe aromatiche, con un tocco floreale, virando poi su note di panificazione. Il sorso è cremoso, fresco, sapido e di ottima persistenza.

Chiudeva il sesto calice con il Franciacorta Dosaggio Zero DOCG millesimato 2016 di Girolamo Conforti ottenuto da Chardonnay 80%, Pinot Nero 20%

Al naso si avvertono note floreali, fruttate, seguite da un leggero tocco di nocciola e da lievi note di panificazione. In bocca è di corpo, equilibrato, più sapido che fresco, con una buona persistenza.

Nel raffronto Montecletha Lessini Durello con il Trentodoc hanno conservato, a nostro avviso, la loro identità e piacevolezza, mentre l’Alta Langa e l’Oltrepò hanno più personalità nella degustazione, necessitando negli abbinamenti di piatti con maggiore personalità, con il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore e il Franciacorta due Metodo Classico da apprezzare all’aperitivo oppure a tutto pasto.