Due giornate dedicate agli spumanti siciliani
“Sicilia in Bolle” un magnifico slogan dell’AIS siciliano che racchiude non solo il valore del movimento spumantistico che sta crescendo in modo perfetto sull’isola, seguendo un preciso processo evolutivo e identitario, ma anche il motivo del mio viaggio a Catania
Sono state due intense e interessanti giornate di lavoro quelle dedicate da Bubble’s Italia agli spumanti siciliani. Organizzate al Four Point by Sheraton Catania di Aci Castello, in collaborazione con la locale Associazione sommelier che hanno visto la presenza dell’editore Andrea Zanfi e quella di Stefano Cosma, nuovo direttore responsabile, della rivista Bubble’s Italia.
C’è stato un Talk Show seguito dal Dottor Gaetano Aprile, direttore dell’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio della Regione Sicilia, così come di alcuni produttori ed enologi, nel quale Andrea ha messo in risalto la crescita impressionante della produzione spumantistica nazionale «nella quale si sta toccando il vertice di quasi un miliardo di bottiglie prodotte, numeri che in qualche modo richiedono attenzione e una verifica di cosa potrebbe riservare il futuro, nel bene e nel male».
Da parte sua Stefano ha sottolineato la tradizione spumantistica proprio nel Catanese, «dove il barone Antonino Spitalieri già nel 1885 e 1888 vinceva medaglie alle esposizioni nazionali e internazionali con il suo “Champagne Etna, ricavato dalle uve francesi che esso coltiva a 1200 m. sul livello del mare sull’Etna vicino ad Adernò”. Vinificava Pinot nero mentre oggi si utilizzano i vitigni autoctoni». Ma la sorpresa è stata nel degustare i 25 spumanti mandati da 18 aziende di diverse provincie dell’isola. Un terzo fatti con Metodo italiano o Martinotti (una vinificazione che fu bocciata nel 1881 dalla Stazione sperimentale di Palermo), due terzi Metodo classico e solo uno da uve internazionali: Chardonnay.
Una parte degli spumanti selezionati sono stati assaggiati nella prima MasterClass, dal titolo “Il frutto nel bicchiere i valori del metodo italiano a confronto” la quale ha fatto evincere come il tessuto spumantistico siciliano si stia orientando verso la produzione di “bolle” utilizzando vitigni autoctoni che forniscono una identità territoriale precisa, unica e quanto mai propositiva sui mercati. In quest’ottica Andrea Zanfi ha ritenuto doveroso confrontarsi, come Bubble’s Italia, con questa terra che, ormai, ha innescato un meccanismo quantitativo e qualitativo di sviluppo nel campo spumantistico, inarrestabile, valorizzando terroir unici e varietà locali. Nella seconda MasterClass si è trattato “Il Metodo Classico mettendo a confronto gli spumanti di Sicilia e resto d’Italia”, in un blind Testing unico (degustazione alla cieca).
Hanno partecipato enologi, sommelier, giornalisti, due funzionari dell’Istituto regionale del vino e dell’olio della Sicilia. Fra gli spumanti siciliani quelli delle aziende Murgo, Caruso & Minini, Bagliesi, Cantine Russo, Principe di Corleone, Gorghi Tondi, Destro, Miceli, Cantine Patria, Tenute Lombardo, Castellucci Miano, Cellaro, Santa Tresa, Casa Grazia, Principi di Butera, Cantina Canicattì, Colomba Bianca e Cantina Cambria.
Risulta evidente la crescita del settore in questi anni che Andrea Zanfi e Bubble’s seguono costantemente a partire dal 2010, quando Andrea scrisse L’Atlante degli Spumanti italiani e in Sicilia contò solo 5 o 6 aziende produttrici di spumanti di qualità, idonee ad entrare in quella selezione nazionale.
Risulta evidente la crescita del settore in questi anni che Andrea Zanfi e Bubble’s seguono costantemente a partire dal 2010, quando Andrea scrisse L’Atlante degli Spumanti italiani e in Sicilia contò solo 5 o 6 aziende produttrici di spumanti di qualità, idonee ad entrare in quella selezione nazionale.
Ciò che ha colpito maggiormente è stato ritrovare anche nei Metodi Classici “il frutto nel bicchiere” ovvero le caratteristiche varietali del Nerello Mascalese, del Catarratto, del Carricante e del Nocera; caratteristiche esplose ancora di più nel Metodo Italiano con il Grillo e il Frappato. La degustazione ha evidenziato l’importanza del posizionamento ampelografico e geologico dei vigneti, con particolare riferimento alle altitudini che in molti casi sono posizionati fra i 500, 600 m s.l.m. arrivando a superare anche i 1000. Costruttivo è stato anche il confronto con le bollicine di altre parti d’Italia, da quelle di Orsolani con il suo Erbaluce a quelle di Prime Alture dell’Oltrepò pavese, alle friulane Cantina Produttori Cormòns o alle venete di Bortolomiol, fino alle beneventane della La Guardiense.
Confronti e appuntamenti di gusto che saranno riproposti nella V° edizione del Festival Nazionale Spumantitalia del 4/5/6 giugno a Riva del Garda, per appassionati di bollicine.
Andrea Zanfi