L’annata 2019 dei Barolo di Cantina Parusso

Di Giovanna Moldenhauer

Un incontro a Milano ha avuto come protagonisti quattro tipologie di Barolo della cantina piemontese rappresentata da Marco Parusso in persona, in abbinamento all’ottima cucina dell’Executive Chef Paolo Lavezzini del Four Seasons di Milano. Dopo una breve presentazione della cantina, segue il racconto dell’incontro in cui ci focalizziamo soprattutto sulle quattro interpretazioni di Barolo 2019

Marco Parusso, figura centrale della cantina con l’aiuto della sorella Tiziana, dopo un’introduzione della loro realtà, ha presentato il loro Barolo Classico Perarmando oltre alle tre MGA Mariondino, Mosconi e Bussia, tutti dell’annata 2019, ottenuti da 28 ettari di proprietà. In realtà a chiusura dell’incontro ha proposto in degustazione anche un Barolo Oro Bussia Rocche del 2014 e un Barolo Oro 2000 con due preparazioni dolci. In campagna oltre alle tecniche di lavorazione tradizionali, hanno sviluppato la tecnica della microzonazione dei suoli basata sulla personalizzazione dei diversi appezzamenti, per ognuno dei quali effettuano concimazioni specifiche e diversi metodi di potatura, a seconda del tipo di terreno in cui si trova il vigneto. Inoltre, utilizzano humus di alta qualità e microrganismi speciali per dare al suolo la massima quantità di elementi nutritivi e ossigeno per renderlo ricco, sano, aerato. Proprio la parola ossigeno è stata citata da Marco durante l’evento “I nostri vini sono amici dell’ossigeno, lo uso in vinificazione per dare dinamicità al tutto. Per questo quando vengono aperte le bottiglie, anche quelle di Barolo, nel calice diventato presto ideali per l’assaggio”.

Dopo avere introdotto l’annata 2019, tradizionale, nonostante una primavera iniziata in ritardo, un’estate ideale, ottenendo quindi una produzione di alta qualità, Marco ci ha proposto come primo calice il Perarmando, dedicato al padre Armando, fondatore dell’attuale azienda. Ottenuto dall’assemblaggio di tutte le prestigiose uve di Nebbiolo provenienti dalle MGA Bussia al 50%, Mariondino e Mosconi entrambi al 25%. Affinato in piccole botti per 24 mesi a contatto con i suoi lieviti indigeni, ha un naso profondo, con un bouquet fruttato e liquirizia in particolare. In bocca ha tannini delicati, è armonico, decisamente fresco, ricco di frutta rossa nel retrogusto, pronto. Perfetto con il”Vitello tonnato, insalata riccia, olive taggiasche e capperi”. A lato ecco Mariondino, MGA di Castiglione Falletto, sempre del 2019 anch’esso in abbinamento al vitello tonnato. Dopo una vera girandola di note speziate dolci tra cui la cannella, poi ha sentori fruttati di ciliegia, di buccia di mandarino seguiti da menta, liquirizia. All’assaggio è ammaliante, con tannini fini, abbastanza maturi, è fresco, con una persistenza equilibrata, ma nonostante questo lo percepiamo come meno pronto del precedente.

Con il Barolo Mosconi una MGA del comune di Monforte D’Alba, l’abbinamento con “Maccheroncello al ragù di faraona, carciofi e pecorino di Pienza” è stato a nostro avviso ideale perché il carattere di questo Barolo. Dopo i sentori di salvia, rosmarino, di sottobosco, sfuma su note di cioccolato fondente, di caffè. In degustazione è ampio, con una grande struttura tannica, vellutata, poi fresco, per finire lungo e persistente.

Il quarto Barolo della MGA Bussia, ottenuto dall’unione dei prestigiosi vigneti Rocche – esposto a Sud/Sud-Est – e Munie – invece a Sud/Ovest – che conferisce una netta impressione di perfetta armonia in degustazione. L’abbinamento proposto da chef Lavezzini “Maialino croccante, purea di patate e spinacino alla senape” lo riteniamo perfetto con il Barolo Bussia, per i sentori intensi al naso di frutta rossa, agrumi, poi petali di rosa, note speziate, seguite da liquirizia, erbe mediterranee, con un finale mentolato. Al palato ha tannini nobili, di grana meravigliosamente fine, è fresco, con nel lungo retrogusto note di spezie, di frutta rossa, poi mentolato.

Possiamo affermare che tutte e quattro le espressioni di Barolo 2019, per quanto di un’annata recente, dimostrano come Marco e la sua famiglia realizzano vini che combinano struttura, finezza, equilibrio, eleganza, assolutamente in grado di evolvere, di sviluppare una maggiore complessità nel corso del tempo, per stupire ed emozionare chi li assaggerà, diversi anni dopo, con maggiore profondità, come abbiamo avuto modo di degustare nei millesimi 2014 e 2000 dei due Barolo Oro.