Lunga Attesa, il nuovo Montefalco Sagrantino di Tenuta Castelbuono

di Giovanna Moldenhauer

Lunga Attesa è una selezione pensata e voluta dalla Famiglia Lunelli, titolare dal 2001 di Tenuta Castelbuono, per celebrare lo straordinario potenziale evolutivo del Montefalco Sagrantino. Dopo una presentazione della Tenuta, raccontiamo della cantina Carapace, progettata su disegni del grande artista Arnaldo Pomodoro, oltre a tratteggiare i caratteri degustativi di questo vino

 

La Famiglia Lunelli, da tre generazioni alla guida delle Cantine Ferrari, ha scelto l’Umbria, affascinata dal fascino del vitigno Sagrantino, di acquisire 30 ettari vitati nei comuni di Bevagna e Montefalco. I loro sforzi si concentrarono inizialmente sui vigneti, convertiti dal 2014 al biologico, con nuovi impianti e la valorizzazione di quelli esistenti tramite un articolato progetto di selezione dei cloni. Nel 2003 vide la luce il Montefalco Sagrantino, cui seguì, l’anno successivo, il Montefalco Rosso. Dovendo realizzare una nuova cantina scelsero, in virtù di una solida e vecchia amicizia con Arnaldo Pomodoro, uno dei maggiori artisti contemporanei, di farla realizzare a lui. Il Maestro accettò con entusiasmo e dopo il primo sopralluogo aveva già immaginato il progetto. “Il paesaggio – racconta Pomodoro – mi ricordava il Montefeltro dove sono nato, così come l’ha raccontato in tanti quadri Piero della Francesca. Il mio intervento, quindi, non doveva disturbare la dolcezza delle colline dove si estendono i vigneti, anzi doveva integrarsi perfettamente con l’ambiente. Ho avuto l’idea di una forma che ricorda la tartaruga, simbolo di stabilità e longevità che, con il suo carapace rappresenta l’unione tra terra e cielo”.

Il Carapace – come l’artista ha voluto chiamare la cantina – ha richiesto ben sei anni di lavori ed è stato inaugurato e aperto al pubblico, per visite e degustazioni, nel giugno 2012.

In occasione dell’ultima Anteprima a Montefalco abbiamo visitato il Carapace, avendo l’impressione di un’opera unica che sfida i confini tra scultura e architettura. Oltre a essere la prima scultura al mondo nella quale si vive e si lavora, in cui arte e natura, scultura e vino dialogano sottolineando l’eccezionalità sia del contenente sia del contenuto. Avvicinandosi si offre allo sguardo come una grande cupola ricoperta di rame, incisa da crepe che ricordano i solchi della terra che l’abbraccia. Un elemento scultoreo a forma di dardo di colore rosso che si conficca nel terreno sottolinea l’opera nel paesaggio. In occasione della nostra visita Alessandro Lunelli, che rappresenta la famiglia nella gestione delle Tenuta e nei contatti con il Consorzio di Tutela Vini di Montefalco ci ha presentato Lunga Attesa la cui degustazione è stata preceduta da Ziggurat Montefalco Rosso, da Lampante Montefalco Rosso Riserva, poi da diverse annate di Carapace Montefalco Sagrantino DOCG, dalla 2004 al 2011, poi tutte dalla 2016 sino all’anteprima del 2019.

 

La degustazione

Carapace Lunga Attesa Montefalco Sagrantino DOCG 2016 – Viene prodotto dalla Vigna al Pozzo a Montefalco, un vigneto biologico di proprietà di circa 30 anni. I suoli sono di natura limoso-argillosa, ben strutturati e resistenti al caldo estivo. Da una vendemmia di fine ottobre si ottiene una resa 24 ettolitri di vino per ettaro. In cantina viene eseguita una triplice fermentazione delle masse separate in acciaio, tini tronco-conici in legno da 10 ettolitri, in orci toscani e anfore in terracotta. Da tale processo nascono 3 vini che poi vengono assemblati in percentuali sempre differenti a seconda delle annate, al fine di esaltare le molteplici evoluzioni del Sagrantino. La maturazione avviene in legno grande per almeno 3 anni. Dopo l’imbottigliamento viene proposto in vendita al compimento del 7 anno. Nel calice ha un colore granato profondo, per poi avere un naso giocato sulle spezie, poi con frutta sotto spirito, finendo poi su note balsamiche e mentolate. All’assaggio ha struttura, tannini davvero setosi equilibrati da freschezza, restando equilibrato al palato, con una decisa persistenza dal retrogusto che vira sul balsamico e su frutta sotto spirito. Abbiamo trovato, nel confronto con l’annata 2016 del Carapace Montefalco Sagrantino DOCG, il nuovo vino esaltato dalla particolare fermentazione nei diversi contenitori da cui ottiene spessore, profondità e una grande eleganza.