Spumantitalia 2024, a Milano due giorni spumeggianti

Di Thomas Coccolini Haertl                 

Eccoci arrivati alla VI edizione di Spumantitalia, quest’anno nella suggestiva location dei Chiostri di Milano, in via San Barnaba. Luoghi la cui storia inizia a metà del 1400 con la costruzione della chiesa di S. Maria della Pace e successivo annesso convento, su terre donate alla congregazione francescana dalla famiglia Sforza. L’accoglienza con i banchetti di degustazione ha trovato luogo nel primo dei quattro chiostri consecutivi che avvalorano la rilevanza di questo complesso, oltre al Salone degli Affreschi ornato dalla Crocefissione di Bernardino Ferrari (1520) e da opere del Lomazzo e Marco d’Oggiono.

Spumantitalia ci ha abituati soprattutto a significativi Talk Show e Masterclass con batterie di assaggio davvero ricche. Partendo il 4 giugno con un primo tema, quello del cambiamento climatico che accompagna la storia recente della vinificazione e in particolare il mondo dello spumante, fulcro di Bubble’s Italia.

Il 5, seconda giornata, le ben otto Masterclass in sequenza da mattino a sera, sono iniziate con gli spumanti aromatici, dedicandosi poi in dettaglio alla Sicilia, alla Campania, ma anche ai territori classici della spumantizzazione italiana, in particolare sul Pinot Nero e le sue evoluzioni; poi ancora raccontando gli attualissimi Rosé, infine esplorando gli Old Sparkling con soste sur lies di 100 mesi e oltre. Ultima Masterclass in scaletta: ostriche dal mondo e bollicine magiche.

Già: la magia. Questo è uno degli aspetti che rendono lo spumante sempre affascinante, rappresentativo nell’avvalorare momenti unici, dai più semplici brindisi per qualcosa che merita, al sancire le vittorie sportive più prestigiose, fino a rendere un pranzo, una cena davvero memorabili negli abbinamenti e nel gusto. Abbiamo territori che si sono fatti un nome a livello mondiale per le bollicine di prestigio come Alta Langa, Franciacorta, Oltrepò Pavese, Trento Doc. Denominazioni che non richiedono di certo ulteriori sottolineature. Poi abbiamo aree vitivinicole come l’Emilia che vivono con le bollicine da sempre, fra le uve Lambrusco e il new deal della Spergola; qui in passato si è favorita la quantità, però ora tante piccole aziende agricole, ma anche le grandi cantine, pensano davvero alla qualità con la vinificazione Metodo Classico, oltre a riscoprire rifermentati in bottiglia e ancestrali che oggi, grazie al controllo delle temperature in cantina e la verifica strumentale delle pressioni in bottiglia, preceduti da un’accurata selezione in vigna con la raccolta a mano, hanno ridato vita al tradizionale vino col fondo. Proprio l’Emilia è un territorio più che mai rappresentativo del perfetto connubio cucina-vino, nella cultura gastronomica del burro, soprattutto per l’elaborazione dei suoi primi piatti sempre ricchi di Parmigiano-Raggiano, non dimenticando i salumi che esaltano ad esempio le province di Piacenza e Parma. Cosa c’è di meglio se non accompagnare questa cucina di tradizione con ottime bollicine?

Tornando alle Masterclass, in quella degli spumanti Rosé, nell’opulenta batteria di 14 vini c’era appunto anche la modenese Cavicchioli con il suo Lo Scarlatto di Umberto Lambrusco di Sorbara DOC, 18 mesi di sosta sui lieviti che grazie a una breve macerazione rende più carico il colore rosato naturale tipico di questo vitigno autoctono. Hanno sorpreso l’equilibrio e territorialità del Ballabio Farfalla Rosé, Pinot nero dell’Oltrepò Pavese, Brut con un 20% dei vini di riserva e 30 mesi sur lies; l’eleganza del Cesarini Sforza 1673 Rosé Trento DOC da uve Pinot Nero della Val di Cembra, Brut con 60 mesi sui lieviti; i freschi riverberi minerali, a tratti ferroso-grafitici di Destro Saxanigra Brut Rosé da uve Nerello Mascalese 100%, 36 mesi sui lieviti; la caratterizzazione del vitigno, con una velata nota tannica di Cuvage Nebbiolo d’Alba Rosé brut, sosta di 24 mesi sul lies. In batteria anche Rodaro con Rosé Nature a dosaggio zero da uve Pinot Nero in purezza dei colli orientali del Friuli, annata 2015, dunque con una lunghissima permanenza sui lieviti!

Nell’evento un ottimo quartetto jazz ha accompagnato le degustazioni e gli small lunch, inframezzando i lavori.

La tavolata degli assaggi, curata da una parte dei produttori e dai Sommelier di servizio, è un punto di forza di Spumantitalia che merita di evolversi ancora per allargare l’approfondimento delle tantissime etichette e cantine presenti, oltre le professionali Masterclass. Ottima scelta dunque i Chiostri di San Barnaba, già luogo di altri eventi prestigiosi con brand internazionali, Unicef e così via. Dopo la requisizione e sconsacrazione di Napoleone nel 1805, la chiesa è stata scissa dal convento passando infine nel 1967 all’acquisizione dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme che ancora oggi ne gestiscono la proprietà. Il convento, dopo essere stato Riformatorio Marchiondi, poi proprietà di Prospero Mosè Loria, scrive la storia della Società Umanitaria.