Il pane senza il vino

Non c’è traccia della botticella di vino, in molte rappresentazioni della fuga in Egitto fedele compagna di viaggio di Giuseppe mentre guida la sacra famiglia lontano da una Betlemme divenuta ormai pericolosa, nelle due tele di Orazio Gentileschi esposte nella mostra in corso a Cremona. Né nell’una né nell’altra tuttavia manca un grosso sacco di farina. Su di esso Giuseppe, esausto per un viaggio in cui fatica e tensione si assommano senza sosta, si abbandona alla ricerca di un po’ di riposo.

Se il vino è sostituito… dal latte

Del resto non è di vino, ma di latte, che il neonato protagonista del viaggio ha bisogno. Ecco dunque rappresentata, in entrambe le tele, la figura di Maria intenta ad allattare Gesù Bambino, seguendone i movimenti con lo sguardo. Uno sguardo che, se in una delle due opere appare più tenero e attento, nell’altra risulta tanto serio da risultare tra l’accigliato e il preoccupato. Senza però mai perdere, per questo, quel tratto materno che lo connota in profondità.

Un diverso sguardo per una diversa atmosfera

La differenza dello sguardo di Maria, di contro all’identico stato di abbandono di Giuseppe, è solo il riflesso del non coincidente sguardo con cui l’artista pisano considera l’evento rappresentato. Il padre di quella Artemisia Gentileschi, di cui è in corso a Londra una prestigiosa mostra, imprime infatti a ciascuna delle due opere, attraverso un diverso cromatismo, un tratto emotivo peculiare: più sereno quello della tela del Kunsthistorisches Museum di Vienna; più cupo quello del quadro proveniente invece da una collezione privata.

Le sorprese di un accostamento inedito

L’accostamento di queste due tele, sia pure in assenza di altre due opere di Gentileschi incentrate sul medesimo soggetto, dà modo di apprezzare tutte le capacità creative e tecniche di questo artista seicentesco di ambito caravaggesco. A rendere però la mostra estremamente interessante è anche il suo consentirci, grazie alla presenza di numerose opere legate a questo stesso soggetto, di vedere come l’arte figurativa, in varie epoche, abbia rappresentato questo evento della vita di Cristo riportato dal Vangelo di Matteo e ripreso per esteso –  non senza momenti legati al fantastico – dai Vangeli Apocrifi.

La mostra è attualmente sospesa – fino al 3 dicembre – a causa dell’emergenza sanitaria