Il “Sassicaia” che non c’è
Chi non conosce la dolcezza del paesaggio toscano tra Bolgheri e Castiglioncello: il mare “degli Etruschi”, la polvere bianca delle strade che si inerpicano sui colli, il giallo dorato del grano maturo… Immagini che non stenterete a riconoscere, come se il tempo si fosse fermato, nella luce mediterranea dei quadri dei Macchiaioli. Con un’assenza curiosa: le macchie di verde dei vigneti e degli oliveti, che oggi ben conosciamo, a quei tempi erano ancora di là da venire. Perché tra i Capolavori dell’Italia che risorge, in mostra a Padova a Palazzo Zabarella dal 23 ottobre 2020 al 18 aprile 2021, manca ancora un omaggio al mitico Sassicaia!
I Macchiaioli, pittori della “nuova” Italia
Pronti a rovesciare le regole in nome del nuovo futuro che si apriva loro davanti, i Macchiaioli accolgono come un vanto il nomignolo polemico che avrebbe voluto denigrarli: pittori della “macchia”, indegni eredi della grande tradizione toscana! Eppure sarà proprio quella “macchia” di colore, che cattura la luce costringendola in una forma, ad aprire la strada alla grande lezione degli impressionisti francesi. Era un’Italia appena nata, concluse da poco le guerre del Risorgimento, quella che i Macchiaioli imparavano a guardare con occhi diversi, capaci di sperare in un domani migliore.
I Macchiaioli, pittori del quotidiano
I loro soggetti li trovavano guardandosi attorno: la ragazza con la brocca d’acqua, il merciaio di La Spezia, una mattinata sull’Arno… Ma anche gli accampamenti e i bivacchi, le scene di battaglia: molti di loro erano stati volontari nelle guerre d’Indipendenza. La forza della loro pittura sta nella vitalità del chiaroscuro che nasce dal rapporto luce/ombra, dalla violenza dei contrasti cromatici, dall’indagine curiosa con cui il pittore osserva la realtà di sempre con occhi rinnovati. Ne scaturiscono immagini speciali, spesso “inattuali” per il pubblico contemporaneo.
I Macchiaioli in mostra
Questa mostra ha dunque il merito, a differenza di tutte quelle che l’hanno preceduta, di rendere giustizia agli amici dei Macchiaioli. Artisti anch’essi, intellettuali, mercanti d’arte, donne colte e sensibili, che con questi pittori hanno capito e condiviso una visione del mondo e dell’arte acquisendo poi i dipinti che ne scaturivano. È stato grazie a loro che i quadri dei Macchiaioli si sono salvati dall’oblio, venendo a costituire in alcuni casi raccolte straordinarie, come quella di Alvaro Angiolini presentato a Palazzo Zabarella per la prima volta.