Un pittore tra Pisa e Roma

Anche lui scomparso troppo presto come Caravaggio, il “pittore maledetto” che lo affascinò a tal punto, dopo l’iniziale formazione romana sotto Orazio Gentileschi, da fare di lui un riconosciuto maestro caravaggesco. Difficile dire quindi che cosa ancora avrebbe potuto regalarci la pienezza della sua maturità, se la peste non l’avesse stroncato a soli 37 anni. Parliamo di Orazio Riminaldi, l’autore dell’Assunta portata in cielo dagli angeli e una teoria di santi, monumentale dipinto a olio che adorna l’interno della cupola della cattedrale di Pisa. Dal suo recente restauro è nata l’idea di questa mostra, che rende finalmente giustizia a un artista finora poco conosciuto dal grande pubblico.

Alla scoperta di un artista 

Se la cupola della cattedrale è considerato il suo capolavoro, il percorso artistico di Orazio Riminaldi è comunque complesso e articolato: dalla formazione iniziale, di gusto tipicamente toscano, a quella romana dove, oltre all’incontro con Gentileschi e Caravaggio, non mancarono contatti con le opere di Guido Reni, Giovanni Baglione e Agostino Tassi. Fu proprio lo straordinario successo della sua breve stagione romana a far sì che, nel 1627, fosse richiamato a Pisa per affidargli i dipinti della cupola. Incarico prestigioso, interrotto bruscamente dalla morte, che fu portato a termine da suo fratello Girolamo, anch’egli pittore, chiamato appositamente da Roma. 

Il percorso della mostra

All’interno del percorso espositivo, scandito in nove sezioni, alle opere di Riminaldi sono accostate anche quelle di maestri a lui legati: ecco il San Pietro penitente di Guido Reni, o la Santa Cecilia del Guercino, nonché la straordinaria Madonna col Bambino di Orazio Gentileschi.  E tra quelle – oltre una ventina – di mano dell’artista un cenno particolare merita il potente Sacrificio d’Isacco, dove l’ombra oscura della lama si disegna netta sul candore indifeso del corpo di Isacco; o l’intensa ricerca espressiva nello studio del volto in Amore vincitore, opera meno nota proveniente da collezione privata.  

La cupola e le tele della cattedrale

A conclusione della mostra, sarà possibile visitare la cattedrale dove, oltre alla cupola dipinta da Orazio Riminaldi, sono presenti nella tribuna anche due sue tele: il Sansone e il Mosè e il serpente di bronzo. Due soggetti raffigurati in una posa di ieratica serenità, come se la tensione caravaggesca, al compimento dell’azione, riuscisse finalmente a risolversi e ricomporsi in un raggiunto classicismo.  Lo stesso che si respira, all’uscita della mostra, in quel magico scenario, unico al mondo, rappresentato da Piazza dei Miracoli.