Piante immortali sotto la cupola del Mart

Luciano e il figlio Ivan Zanoni mettono in scena, ancora una volta, un geniale omaggio alla natura. I ferri battuti creati dalla mano e dal cuore dei due fabbri scultori di Caldes, in Val di Sole, prendono vita al Mart Rovereto nello spazio collettivo della piazza, ideata da Mario Botta per essere una vera e propria agorà. Dal 22 dicembre è allestito il progetto ‘Sol Invictus’ di Luciano e Ivan Zanoni, da un’idea di Vittorio Sgarbi, a cura di Gabriele Lorenzoni.

A Rovereto la rinascita del sole

La mostra ‘Sol Invictus’ di Luciano e Ivan Zanoni al Mart Rovereto trae ispirazione dalla cultura delle civiltà classiche. Si ricollega alla festività del ‘Dies Natalis Solis Invicti’, solenne ricorrenza che nell’Antica Roma. Proprio in concomitanza con il solstizio d’inverno, celebrava la rinascita del sole e l’inizio di un nuovo ciclo. L’installazione degli Zanoni simboleggia l’auspicio per una rinascita collettiva. Gli alberi del padre e gli animali del figlio dialogano in un omaggio alle quattro stagioni, intrecciati con numerosi riferimenti alla mitologia e ai culti mitraici. La piazza del Mart si apre per vocazione al paesaggio circostante e alla collettività.

Gli Zanoni piegano il ferro alla natura

Nel loro laboratorio padre e figlio, maestri per vocazione, lavorano con il ferro a duplicare il mondo animale e vegetale. Sono autori di una serie di sculture monumentali dalla forte valenza simbolica. Una tecnica creativa dove artigianato e poesia convivono, con una forza sempre più rara. In ‘Sol Invictus’ il padre Luciano fa crescere sul terreno del Mart i suoi memorabili alberi. Il figlio Ivan, invece, popola lo spazio di animali di un mondo esotico, quasi fantastico.

Le quattro stagioni di ‘Sol Invictus’

Vittorio Sgarbi racconta la forza espressiva di ‘Sol Invictus’ di Luciano e Ivan Zanoni al Mart Rovereto: “È proprio partendo dall’area di un ideale mitreo, definita dallo spazio della fontana al centro della piazza del Mart, che Luciano Zanoni crea un canneto. Qui idealmente si riproduce il sacrificio, con il toro di Ivan accompagnato dal serpente e dallo scorpione, a ricordare il rito celebrato in onore del dio Mitra. Intorno, nel vasto spazio sotto la cupola, si eserciterà la semplice, pascoliana fantasia di Luciano nelle quattro stagioni: l’inverno con un albero spoglio, la primavera con un ciliegio in fiore, l’estate con un campo di girasoli, l’autunno con un pergolato di viti cariche di uva matura”.

NOTA: La data di chiusura della mostra non è stata ancora definita, in attesa del calendario espositivo 2021 del Mart Rovereto.