Un giovane Giovanni Battista

Certo la tentazione del cibo e del vino sembra non essergli mai appartenuta e di sicuro né alle Nozze di Cana né all’Ultima Cena avrebbe forse partecipato volentieri. Eppure questo corpo efebico, nel pieno splendore dell’adolescenza, non sembra neppure sfiorato dalle privazioni del digiuno e della vita ascetica che aveva scelto per sé. E anche la posizione di apparente riposo, più che a un momento di quiete, sembra alludere all’arrovellarsi della mente attorno a un pensiero fisso, nascosto sotto i riccioli scomposti sulla fronte. È il “San Giovanni Battista” di Caravaggio, esposto per la prima volta alla Galleria Sabauda di Torino dal 25 febbraio al 30 maggio 2021.

Quando lo scambio fa cultura

Arrivata a Torino grazie allo scambio che ha visto esposta a Palazzo Barberini la rarissima tavola sulla “Passione di Cristo” dipinta Hans Memling, l’opera di Caravaggio appartiene alle collezioni delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma. Per la presentazione torinese, il quadro è stato collocato al centro della sala dedicata agli artisti caravaggeschi. Un’occasione unica per mostrare lo stretto dialogo che intercorre con le opere di quei pittori, italiani e stranieri, presenti nei Musei Reali torinesi, che furono profondamente influenzati dalla pittura dell’artista. 

Michelangelo Merisi da Caravaggio - San Giovanni Battista

Caravaggeschi a Torino

Questo scambio va dunque ad integrare una sorta di carenza. Nella Galleria Sabauda c’è infatti un importante settore di opere caravaggesche, ma nessun quadro di Caravaggio. Prova evidente che anche a Torino, dove il pittore per altro non lavorò mai, la sua fama non mancò di farsi sentire. E dunque anche i Savoia iniziarono a collezionare opere di artisti “caravaggeschi”, tra cui un ruolo di rilievo ebbe sicuramente Orazio Gentileschi con la sua bellissima “Annunciazione”, ovviamente presente tra le opere presentate nella mostra torinese.

Caravaggio e il Battista

Al Battista Caravaggio dedico almeno otto dipinti, ispirandosi soprattutto agli anni giovanili del santo: un ragazzo solo e pensieroso, quasi presago della sua tragica fine, la stessa che poi il pittore non mancò di rappresentare. Come in quel capolavoro assoluto che è la “Decollazione di Malta”, non a caso unica opera che porta la firma di Caravaggio. Quasi che lui stesso volesse sottolineare tra loro una comune predestinazione.