L’eleganza del Vermouth…
Il Vermouth bianco ce lo offre una candida e affascinante signora, che lascia appena intravedere, sotto l’elegante cappello di piume di struzzo, una ciocca della nera chioma audacemente tagliata à la garçonne.
Ci tenta invece con un rosso e trasgressivo Bitter un frizzantino diavoletto-joker, della cui innocente genuinità garantisce la buccia dell’arancia che lo ha appena partorito.
Due immagini nitide e accattivanti, che non sottintendono, almeno in apparenza, altri secondi fini se non quelli, incisivi e coinvolgenti, di comunicarci la bontà del prodotto di cui non potremo più sicuramente fare a meno.
…in una mostra “di strada”
Si tratta di due manifesti pubblicitari storici che, insieme con altri che datano dagli inizi del Ventesimo secolo agli albori del boom economico, fanno parte di una vasta collezione voluta da Giovanni Benso, ora esposti, dal 30 ottobre al 30 novembre 2020, a Torino nelle sale di Palazzo Barolo in una mostra dal titolo “La strada come galleria – Manifesti pubblicitari 1904-1968”, organizzata dalla Piazza dei Mestieri e a ingresso gratuito. Un’interessante iniziativa, un po’ penalizzata ahimè da questi nostri difficili momenti.
L’arte del brindisi
La nostra attenzione di si è ovviamente focalizzata sulle produzioni “alcoliche”, che in questo caso si concentrano sull’offerta di aperitivi e digestivi: Martini&Rossi, Campari, Carpano, Amaro Cora… Non a caso, un segno dei tempi, di quando ancora il vino, champagne a parte, non era stato completamente “sdoganato” come prodotto di classe. E certo non adatto da offrire, almeno non in pubblico, a una raffinata dame dell’alta società. Perché in queste immagini, pur sempre pubblicitarie, emerge chiaramente un intento culturale, oltre che meramente comunicativo di un prodotto commerciale. Gli artisti che le hanno create hanno infatti ispirato il proprio talento agli stilemi dell’epoca: dall’Art Nouveau, all’Espressionismo, al Cubismo, al Futurimo…
Se a brindare è anche un re
E Futurista è sicuramente l’invito a lasciarsi trascinare nel vortice della spirale dell’Amaro Cora, allora non ancora amarevole come si preferirà presentarlo nei primi Caroselli televisivi. Ma il brindisi finale, quello forse più noto anche al grande pubblico, non può essere che quello suggerito da Carpano, l’indiscusso “vermouth re”. Che di sicuro era apprezzato anche dal più conviviale dei sovrani di Casa Savoia, quel Vittorio Emanuele II artefice dell’Unità nazionale. Qui rappresentato in compagnia del suo doppio: un altrettanto regale alter ego con tanto di rossa corona e rosso manto damascato.