Champagne Experience si trasferisce a Bologna

Bologna sta diventando sempre più una delle capitali italiane del vino

Di Paolo Valente

Champagne Experience 2025

La notizia è di qualche giorno fa: anche quella che era la Modena Champagne Experience si trasferisce nel capoluogo emiliano e, naturalmente cambia nome in “Champagne Experience”.
Così Bologna può contare su alcune tra le manifestazioni del vino più attrattive: Slow Wine Fair, il Mercato dei Vignaioli FIVI e la Bologna Wine Week con all’interno la 7° edizione di Spumantitalia, manifestazione che vede direttamente coinvolta la nostra testata Bubble’s.

Come spiegano da Società Excellence SIDI Srl, la società fondata da un gruppo di distributori di vino e che organizza la Champagne Experience, il cambiamento di location è il frutto della volontà di avvicinarsi al pubblico dei partecipanti; Bologna, infatti, gode di trasporti e ricettività maggiormente in linea con le esigenze di chi deve arrivare anche da regioni lontane. L’accordo firmato con BolognaFiere, che tra l’altro gestisce anche ModenaFiere, riguarda gli anni 2025 e 2026 e prevede anche un leggero anticipo di date rispetto a quanto avvenuto negli ultimi anni.

Sarà quindi il padiglione 15 di BolognaFiere ad accogliere, il 5 e il 6 ottobre 2025, l’ottava edizione di quella che è divenuta la più importante manifestazione di Champagne in Italia e probabilmente anche al mondo e che raccoglie, in un unico luogo, oltre 170 tra Vigneron e Maison di Champagne. Rimarrà la suddivisione degli espositori per area geografica di appartenenza e sarà ampliata l’area Lounge in cui i distributori potranno accogliere i loro clienti VIP per un appuntamento dedicato. Rimarranno anche le Masterclass, elemento qualificante della proposta, e l’area Food.

Ma non sono tutte rose e fiori; il futuro presenta, per il mondo dello champagne in Italia, anche delle preoccupazioni.
La contrazione del mercato è già arrivata e il 2024 chiude, rispetto agli anni del boom post-Covid, con un calo di consumi sia a quantità (-15%) a che a valore (-11%). Complessivamente in Italia sono importati oltre 8,3 milioni di bottiglie, in linea con i dati del 2019; le variazioni tra calo a quantità e calo a valore indicano poi che vi è stato un incremento del valore di ogni bottiglia importata. Incremento, e qui occorrerebbe effettuare un’analisi, che potrebbe essere dovuto alla tipologia di prodotti importati (si importano più champagne di alta fascia) oppure un aumento dei listini prezzi che ha determinato un aumento del prezzo medio senza che il mix prodotti sia cambiato.
In ogni caso ci troviamo in un momento, come confermato dai vertici di Società Excellence SIDI, in cui il mercato dello champagne in Italia deve essere sostenuto.

Altra preoccupazione, solo in parte legata alla prima, è l’incremento dei prezzi dello champagne alla clientela finale della ristorazione. Oggi è davvero costoso poter consumare una bottiglia di champagne e per molti diventato inaccessibile. Occorre ragionare sulle politiche prezzo in un modo diverso per evitare che diventi un prodotto esclusivo. Su questo però il distributore può agire in modo limitato in quanto non è lui che fa il prezzo che viene definito, all’origine, dal produttore e, al consumo, dal ristoratore.

In questo panorama di mercato, la Società Excellence SIDI ha comunque varato un piano di formazione e per il prossimo biennio lavorerà per creare nuove figure professionali con un corso di formazione per agenti con un programma multidisciplinare che andrà a toccare argomenti normativi, della degustazione, dei territori, della gestione del tempo e del rapporto psicologico con i clienti.