«La nostra visione del vino? inimitabile, impeccabilmente autentico, meno facile da vendere perché esclusivo e contro corrente. Faremo fatica? Non ci spaventa. Verremo premiati a lungo termine? Non ne abbiamo il minimo dubbio»: con queste parole Emilio Pedron, amministratore delegato della Bertani Domains, appena lo scorso anno tratteggiava la filosofia enologica lungo la quale l’azienda era impegnata a camminare, seguendo contro ogni possibile moda del momento l’identità acquisita nel corso della sua storia. Un’identità cui l’azienda sembra davvero voler essere fedele ad ogni costo.

Che questa fedeltà al proprio passato non sia semplicemente una questione di parole ma di fatti, lo si è potuto vedere nel corso della degustazione verticale “50 vendemmie” recentemente promossa dall’azienda stessa a Milano. Protagonista ovviamente l’Amarone, per il quale l’azienda si distingue e col quale essa si è imposta nel tessuto produttivo di questo vino, fino a diventarne un vero e proprio punto di riferimento. Ed è attraverso la storia dell’Amarone Bertani che la degustazione si è mossa, proponendone sei annate: quelle del 1958, del 1967, del 1975, del 1986, del 2008 e infine del 2009.

Sperimentare al naso e al palato l’evolversi dell’Amarone Bertani, forte di una storia iniziata oltre un secolo e mezzo fa, significa attraversare un mondo di uomini in costante fermento, alla ricerca del fragile equilibrio implicito in un vino il cui essere inevitabilmente destinato ad evolversi non si è – per fortuna – tradotto nella rinuncia alla sua identità. Ricostruire anche solo sommariamente questo fermento è impossibile. Coglierlo nei sentori e negli aromi che avvolgono i sensi, sì! E sono proprio questi ultimi a confermarci che la scommessa di chi ha saputo continuare nel tempo a “riattualizzare” questo vino è stata vinta.

L’esito della degustazione, durante la quale si è potuto apprezzare il percorso di questo vino nel corso di ben 60 anni, è stato davvero sorprendente. E non solo per la qualità del prodotto, il cui divenire nel tempo è risultato capace di lasciar ben trasparire la peculiarità di ciascuna annata, ma anche e soprattutto per la costanza del suo stile, reso inconfondibile da una solidità e da una coerenza davvero in grado di stupire. Ed è proprio questo file rouge ad essersi profilato, nel corso di questa verticale, come una stella polare capace di ispirare anche la produzione dell’Amarone del futuro.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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