Il giudizio non solo è positivo, ma anche sembra globalmente entusiasta: «La vendemmia 2018 – si legge nella premessa al dossier col quale Assoenologi fa il punto sulla raccolta delle uve dell’anno in corso – è stata abbondante e di qualità eterogenea, sebbene complessivamente buona e, soprattutto nel caso di alcune eccellenze, connotata da punte ottime». E questo nonostante l’annata non sia stata per nulla facile e l’inusuale portata delle precipitazioni, specialmente nei mesi di maggio e giugno, abbia favorito un’umidita comunque contrastata dai viticoltori.

Ma non è tutto. Anche sul piano della quantità il 2018 sarà un anno che verrà ricordato: «La produzione di vino e di mosto di quest’anno – continua lo studio di Assoenologi– è superiore di circa il 24% rispetto all’annata precedente, che a causa di una serie di eventi climatici destinati a penalizzarla si era come una tra le più scarse degli ultimi cinquant’anni. Con il 2018 si ritorna dunque ad un’annata di piena produzione, il cui risultato in termini complessivi di mosto e di vino, e sto di ben 52.600.000 ettolitri.

Il quadro della vendemmia 2018 tratteggiato da Assoenologi, pur qualitativamente e quantitativamente in forte crescita rispetto al pregresso, non può tuttavia contare su un’omogenità territoriale: «Ormai i cambiamenti climatici possono creare – continua lo studio – anche in territori limitrofi, delle transazioni da clima continentale a clima tropicale destinati a determinare importanti differenze sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo nella produzione vitivinicola delle diverse aree del Paese».

La crescita qualitativa delle uve vendemmiate aprirà dunque la strada a un’annata di vini altrettanto positiva: «Sulla base dei dati di cui disponiamo – sottolinea Riccardo Cottarella, presidente di Assoenologi – ci aspettiamo, soprattutto al Nord, ma anche in non poche aree del Sud, vini decisamente buoni, non senza che alcune eccellenze spicchino fino a raggiungere ottimi livelli». Sulla base dei dati relativi sia all’acidità sia all’aromaticità, sebbene rilevati una fase molto iniziale del processo di vinificazione, sembra dunque possibile presumere che l’annata sarà di quelle da ricordare.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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