«L’angolo nord-occidentale dell’Italia – ex roccaforte sabauda, culla dell’unità nazionale e motore dell’industria nel XX secolo – è ben consapevole dei suoi punti di forza ma non è sempre così efficace nel mostrare le sue numerose attrattive ai visitatori. Tuttavia, grazie alla vivace scena delle arti contemporanee e della musica elettronica a Torino, all’autoritratto di Leonardo da Vinci esposto per i 500 anni dalla morte nella Biblioteca Reale del capoluogo, agli splendidi e remoti sentieri alpini, ai magnifici villaggi e alle valli bucoliche che offrono alcuni tra i migliori vini rossi e tartufi bianchi d’Italia, il Piemonte potrebbe non restare ancora a lungo un segreto noto solo ai viaggiatori più informati amanti dell’arte e della buona tavola».

È con questo sintetico giudizio che Lonely Planet ha deciso di inserire anche il Piemonte, su indicazione dei 200 autori che lavorano annualmente alle prestigiose guide diffuse a livello internazionale sotto questo marchio, tra le regioni inserite nel Best in Travel 2019. Non si è però limitato a riservarle soltanto un posto qualsiasi tra le mete top suggerite ai lettori, ma addirittura il primo posto. Sottolineando peraltro come il fascino di questo singolare angolo d’Italia, pur ricco di storia e di arte, si celi soprattutto nel suo territorio, nelle valli che lo solcano, nei sentieri che lo attraversano e – elemento certo non irrilevante – nella possibilità che esso offre di approfittare di «alcuni tra i migliori vini rossi e tartufi bianchi d’Italia».

L’ascesa del Piemonte al più alto gradino del podio del Best in Travel 2019 non è certo avvenuto a fronte di competitors di second’ordine. Al contrario, a livello europeo a giocarsela con le terre sabaude erano la francese Normandia, con le sue selvagge coste rocciose di cui è suggestivo emblema Mont Saint-Michel, e le scozzesi Highlands, nel cui desolato paesaggio il whisky sta rivivendo una stagione inattesa. Analogamente e tra le altre, a livello internazionale, spiccavano la regione statunitense di Catskills, nella quale l’eco del mitico raduno di Woodstock risuona oggi in ristoranti creativi e birrifici artigianali sempre più apprezzati, e quella dell’estremo oriente russo di Vladivostok, dove a regnare è il silenzio di un’incontaminata natura dominata da spettacolari vulcani.

Così Best in Travel 2019, se pone ai vertici della top ten delle città Copenaghen e a quelli dei Paesi lo Sri Lanka, per la prima volta decide di puntare su una regione italiana. E nel farlo individua il Piemonte. Segnalandolo però, più che per la storia e l’offerta culturale del suo capoluogo, soprattutto per le zone montane e collinari che, nelle terre sabaude, hanno saputo trasformarsi non solo in suggestivi spazi in cui muoversi, ma anche in un piccolo universo nel quale la qualità della vita trova nell’eccellenza enogastronomica il suo stesso simbolo universalmente riconosciuto. Anche se forse a non scorgerne le potenzialità, come segnala lo stesso giudizio della Lonely Planet quando afferma che il Piemonte «non è sempre così efficace nel mostrare le sue numerose attrattive ai visitatori», rischiano di essere proprio gli stessi piemontesi.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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