Territori DOCG, un futuro da depositi di rifiuti radioattivi?
Il grave impatto ambientale che si profila sarebbe un cocktail micidiale di distruzione per i territori e di tutto il patrimonio ampelografico italiano.
Per i wine lovers di tutta Italia, e’ in arrivo il week-end più atteso dell’anno. Sabato 26 e domenica 27 maggio godremo infatti della ventiseiesima edizione di “Cantine Aperte”, che da nord a Sud, percorrendo tutte le regioni dell’italico stivale, aprirà al pubblico le porte di un cospicuo numero di cantine.
Un momento di rilevanza turistica ma soprattutto di contatto diretto tra produttori e consumatori: una stretta di mano a chi accompagna i nostri pranzi e i momenti di diletto, l’attribuzione di una dimensione umana ad una bottiglia. In fondo, visitare una cantina, non significa soltanto conoscere un sistema produttivo ma un microcosmo, dove l’equilibrio tra uomini e ambiente circostante è il punto di partenza per raggiungere l’eccellenza.
Cantine Aperte rappresenta uno nuovo stile di viaggio e di scoperta dei territori del vino italiano, che attrae, di anno in anno, sempre più turisti e curiosi alla ricerca di un’esperienza diversa dal comune. Oltre alla possibilità di degustare i vini e di acquistarli direttamente in azienda è possibile, infatti, entrare nelle cantine per scoprire i segreti della vinificazione e dell’affinamento, visitare le barricaie, sentire i profumi di muffe e di legni, scoprire di fatto, qual’è il processo che porta il vino sulle nostre tavole.
L’iniziativa, ideata e perseguita con forza dal Movimento del Turismo del Vino, si è col tempo trasformata in una straordinaria occasione di promozione del vino. Il contatto diretto tra il grande pubblico e le realtà legate alla produzione del vino si è rivelato una carta vincente, le cui potenzialità paiono essere tutt’altro che esaurite.
Testo di Cinzia Taibbi
Il grave impatto ambientale che si profila sarebbe un cocktail micidiale di distruzione per i territori e di tutto il patrimonio ampelografico italiano.
Da una App dedicata al turismo slow e una campagna glocal, alle degustazioni online per promuovere il territorio dell'Oltrepò Pavese.
È da ben due secoli che la Maison Delamain, guidata di generazione in generazione da una particolarissima filosofia di produzione, pensa e vive il Cognac.
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