Territori DOCG, un futuro da depositi di rifiuti radioattivi?
Il grave impatto ambientale che si profila sarebbe un cocktail micidiale di distruzione per i territori e di tutto il patrimonio ampelografico italiano.
Testo di Piergiuseppe Bernardi
Contrariamente ad altri elisir, la cui origine è avvolta dalla leggenda, la creazione di un distillato a base di assenzio appartiene invece alla storia recente. A crearlo fu, nel 1792, il medico francese Pierre Ordinaire. Sarà lui a riuscire a dar vita a un prodotto capace di veder prevalere la componente volatile e aromatica su quella del suo sapore originario, tanto amaro da precluderne ogni bevibilità. E proprio per questa ragione Pierre Ordinaire deciderà di correggerne ulteriormente il gusto attraverso altre erbe: l’anice, l’issopo, il finocchio, il dittamo e la melissa.
Quella leggenda che quanto alle sue origini gli era estranea, avrebbe però avvolto il nuovo distillato a base di assenzio mezzo secolo dopo la sua apparizione sul mercato. Utilizzato dapprima come medicinale dalle truppe francesi durante l’occupazione dell’Algeria, in questo stesso contesto l’elisir si sarebbe trasformato in bevanda alcolica. Ed è proprio in questa veste che sarebbe risultato molto apprezzato in Francia, divenendo noto come “Fée verte – Fata verde” e seducendo col suo gusto intellettuali e artisti di epoche diverse: da Van Gogh a Rimbaud, da Manet a Verlaine, da Picasso a Hemingway.
È nella scia di questa leggenda che si inserisce ora un nuovo distillato – Favola Mia – recentemente presentato dalle Distillerie Berta, con un doppio obiettivo: quello di dar vita innanzitutto a un superalcolico capace di lasciar affiorare nei suoi aromi la sua affascinante tradizione di elisir; quello di offrire d’altro canto al mondo della mixology l’opportunità di poter contare su una base di altissima qualità a partire dalla quale sviluppare drink e coctkail capaci di lascia riecheggiare, sia pure opportunamente attutito e “corretto” l’aroma inconfondibile dell’artemisia.
Come ogni elisir che si rispetti, anche laddove se ne conoscano gli ingredienti, a stupire sarà la capacità con cui essi, nel mix da cui nasce, sono stati fatti interagire. Solo così infatti si approda ad un risultato – e Favola Mia ne costituisce la riprova – in grado di mostrarsi inconfondibile già al naso, divenendo poi in bocca così accattivante da indurre, sia pur con prudenza, ad approfittarne e continuare con qualche altro ulteriore sorso. Ad affiorare saranno allora quelle erbe che, sulla falsariga di Pierre Ordinaire, ne hanno corretto l’intenso sapore amaro dell’artemisia. Trasformando magari la loro ricerca in un piacevole gioco.
https://www.distillerieberta.it/it/prodotti/grappe/favola-mia
Il grave impatto ambientale che si profila sarebbe un cocktail micidiale di distruzione per i territori e di tutto il patrimonio ampelografico italiano.
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