“La beauté se raconte encore moins que le bonheur” Simone de Beauvoir

Femminismo e femminilità, cambiamenti rigeneranti, ritempranti, a volte sussurrati, spesso gridati a gran voce. Per la collezione Couture No Season, sfoglia l’archivio storico della maison, il direttore creativo Guillermo Mariotto. Un meraviglioso storytelling che profuma di Heritage, in assoluto divenire. Uno sguardo al passato, interpretando il presente, ripensando il domani.
“Oltre mille abiti selezionati – ha raccontato Mariotto – rivisitati, ridisegnati, ricreati anche grazie all’apporto di una fashion stylist. È stata una delle cose più divertenti che mi siano accadute negli ultimi anni. Mi sono divertito come un pazzo – ha confessato – Ma attenzione non ci sarà nulla di scontato, di datato. Un défilé inaspettato, imprevedibile come un futuro inatteso, ma agognato”. Un futuro che rimanda al grido di allarme lanciato già da qualche tempo dalle donne. Il caso Weinstein sta squarciando veli di omertà e allarmi sottaciuti. “Adoro le donne. Vivo e creo per loro – ha raccontato ancora Mariotto – Mi rifiuto di pensare che possano essere ancora oltraggiate, maltrattate. Ho aderito consapevolmente, coscienziosamente a We Do it Together #wedoittogether semplicemente perché si tratta di un’associazioneno-profit che contempla, al suo interno, anche la presenza di molti uomini. Mi ha convinto. E pensare che sono sempre stato un outsider! Ben vengano altri tipi di sollecitazioni, di istanze progettuali anche da parte di Time’s Up #timesup e #metoo – ha proseguito – Ma è solo insieme, uniti, a mio avviso, che possiamo cambiare il paradigma culturale, cosicché un giorno, la parità sia la regola non l’eccezione”. Come ogni stagione Guillermo Mariotto sa far rivivere la sua moda accompagnandola da istanze politically correct. Sulla passerella dell’Aula Ottagona – Ex Planetario sfilano donne coraggiose, intraprendenti, più sicure, forse più consapevoli del loro ruolo nella società. La loro forza, la loro debolezza. Figlie di tutte coloro che per prime hanno lottato per ottenere diritti. Contro la discriminazione di genere, contro ogni sorta di abuso per una vera emancipazione. Olympe de Gouges, Mary Wollstonecraft, Emmeline Pankhurst, Simone de Beauvoir, Angela Davis e per rimanere in Italia, quelle signore colte e intellettualmente raffinate, come Agnese de Donato, Adele Cambria, GiosettaFioroni che combatterono a colpi di fioretto e inchiostro per la loro (e per la nostra) emancipazione, come le aristo-francesi che durante la Fronda, a cavallo o di scherma, sempre elegantissime, si opponevano al Re Sole e al suo primo ministro Mazzarino.
Le donne Gattinoni indossano baschi e cappelli a falda larga con insolente spavalderia, alla maniera di Oriana Fallaci, realizzati artigianalmente da Doria 1905. Rubano le camicie ai propri uomini, ma le ingentiliscono con polsini realizzati in voile over. Donne diverse per età, cultura, stili di vita. Ecco Gessica Notaro (classe 1990) con la sua forza disarmante, Gloria Guida (classe 1960) con il suo charme, Elisabetta Dessy (classe 1957) con la sua eleganza, Isabella Albonico (classe 1937) con la sua internazionale bellezza. Donne eccezionali, coraggiose, impavide guerriere. Indossano Fresh Coat in satin, che piacciono molto anche a lui. Infatti sulla passerella dell’Aula Ottagona anche tre uomini, tre top model internazionali. Contemporanee eleganze, sempre regali, come i camei che la donna Gattinoni ama collezionare. Preziosi oggetti del passato, proiettati nel futuro, realizzati in esclusiva da Gianni de Benedittis del brand FuturoRemoto. Si parla pur sempre di Heritage. Conservazione della memoria. Identità di un marchio e di una griffe. Nomadismo artistico e culturale. La mission da anni della Maison Gattinoni.