Gamberoni rossi macerati con Prosecco e bergamotto
Sgusciamo completamente i gamberi e li mettiamo in una ciotola con il sale, il Prosecco...
Testo di Piergiuseppe Bernardi
Vent’anni non sono pochi. Eppure è da vent’anni che la sera del 14 luglio, prima al Nuovo Carretto di Ciriè e ora all’Hotel Ristorante Valli di Lanzo, Francesco Eblovi non manca l’appuntamento con quella che ha voluto chiamare “la presa della Bastiglia”: una cena fatta esattamente nel giorno della festa nazionale della République française e nella quale, insieme ai piatti di Francesco e di Samuele Riva ad essere protagonista indiscusso è lo Champagne: sempre lui, anche se ogni volta di una diversa maison.
La passione di Francesco Eblovi per le bollicine francesi – oltre che per quelle italiane di qualità – è ben nota. Non stupitevi dunque se, pur avendo una fornitissima cantina di bianchi e rossi non di rado fatti invecchiare con estrema cura, non si tratterrà dal suggerivi di iniziare o concludere, se non di pasteggiare, dimenticandovi questi ultimi e concentrandovi su una o più bolle, facendovi spesso scoprire abbinamenti inconsueti e sensazioni inattese.
È certamente da questa passione che è nata – semplice gioco destinato però a trasformarsi in evento ormai giunto alla sua ventesima edizione – “la presa della bastiglia”: una serata nella quale ad essere presentate sono ogni volta eccellenze specifiche della maison di Champagne prescelta. Avendo la cura di consentire ai partecipanti di assaggiare, di questa stessa maison, un’etichetta in anteprima e una “esaurita”, e dunque di fatto introvabile nelle selezioni delle enoteche e nelle carte dei ristoranti.
Per il ventennale della “presa della bastiglia” – tenutasi anche lo scorso anno, nonostante il Covid – l’Hotel Ristorante Valli di Lanzo ha scelto di presentare una delle maison di punta della bollicina francese: così, dopo Veuve Cliquot, Salon, Bruno Paillard e Boisel – per limitarsi agli ultimi anni – protagonista del 2021 è stato Moët & Chandon. Abbinato nelle diverse etichette proposte, forse provocatoriamente ma riuscendo a stupire positivamente, a piatti come la tofea di tradizione cotta nel forno a legna o il fassone al fieno di montagna. I piatti cioè di quella cucina povera che rappresentano l’altra grande passione di Francesco e Samuele.
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