Ad essere riprodotto sull’etichetta è un antico disegno, sullo sfondo del quale si erge la sagoma inconfondibile di un’abbazia collocata al culmine di un possente monte. L’impressionante struttura architettonica è la Sacra di San Michele, posta agli inizi della val Susa e divenuta solo negli anni Novanta simbolo ufficiale del Piemonte. L’eccezionalità di quest’abbazia, che qualcuno suppone aver ispirato l’ambientazione del romanzo “Il nome della rosa” di Umberto Eco, è legata soprattutto alla sua storia, i cui inizi sono databili al X secolo.

Proprio a questa abbazia, e alle produzioni legate alle erbe che ne hanno segnato la storia, si ispira un amaro recentemente presentato da “Antica Torino”. L’azienda, frutto di un progetto nato per riscoprire e produrre vini aromatizzati, liquori e distillati tradizionali, ha il suo vero punto di forza in un Vermouth elegante e raffinato, oltreché esclusivamente realizzato con alcol e ingredienti naturali. Ed in questa stessa linea di ricupero della tradizione, volta ad attualizzarla e valorizzarla al meglio, nasce ora l’Amaro della Sacra.

Supportato dalla Sagna S.p.A, prestigiosa azienda distributrice di eccellenze vinicole e liquoristiche accuratamente reperite a livello nazionale e internazionale, l’Amaro della Sacra nasce con l’obiettivo di rendere omaggio alla tradizione erboristica dell’importante Abbazia della Val Susa. In essa infatti, come del resto in tutti i monasteri di epoca medievale, per secoli si realizzarono medicamenti ed elisir nei quali gli aromi e i sapori delle erbe locali risultavano impreziositi da quelli di spezie giunte talora da aree remotissime del mondo fino ad allora conosciuto.

La forte personalità dell’Amaro della Sacra risulta così connotata dall’armonico amalgama tra i piemontesissimi fiori di genzianella e di luppolo con i semi di Cardamomo verde e le bacchette di Cannella delle Indie, coi baccelli di Vaniglia bourbon del Madagascar e la resina di Mirra del Medio Oriente, col fusto di Quassio del Sud America e la corteccia di China Succirubra. E, dopo una macerazione di circa 45 giorni, una pressatura manuale e un analogo periodo di maturazione in vasche d’acciaio, ecco un amaro da meditazione da non perdere!

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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