I vini della cantina I Clivi, prodotti da Ferdinando Zanusso e da suo figlio Mario, nascono in una zona a cavallo tra il Collio Goriziano e i Colli Orientali del Friuli, su declivi assolati che ne hanno ispirato il nome. La produzione, eseguita in regime biologico certificato, è ottenuta da 12 ettari piantati con Friulano, Ribolla Gialla, Verduzzo e Malvasia Istriana, varietà autoctone e dal Merlot, da secoli coltivato in queste zone. Mario ha portato in una degustazione a Milano 3 diverse annate di 2 espressioni di Friulano, ottenute da vigneti distanti pochi chilometri uno dall’altro, sulle pendici di colline a 200 metri di altitudine ma che ricadono in 2 diverse DOC. 

Galea, che deve il suo nome all’elmo in cuoio utilizzato dai legionari romani, nasce sulle colline di Gramogliano a Corno di Rosazzo, nei Colli Orientali del Friuli. Il vigneto de I Clivi è sito in una zona asciutta e soleggiata che dona al vino sfumature di pietra focaia, mandorle e miele. Il Brazan, traslitterato da bracan nome in dialetto di Brazzano di Cormons, è invece profondamente legato ai venti che giungono dall’Adriatico e rendono la vigna più fresca e umida, con maggiore escursione termica e l’influenza del mare che lo rende più sapido, idrocarburico con il passare degli anni, con note di anice e pompelmo rosa.

“Le viti da cui ricaviamo questi due vini – spiega Mario Zanusso, della cantinade I Clivi – hanno un’età compresa tra i 60 e gli 80 anni e si trovano, nonostante la vicinanza geografica e il substrato presso che identico, in due terroir completamente diversi, tanto che a noi piace considerarli dei cru. I vini che ne nascono sono meno legati alle note strettamente varietali del vitigno, sono ottenuti solo dal mosto fiore, vengono vinificati in acciaio e restano a maturare sulle fecce fini, in sospensione per evitare fenomeni di riduzione, per circa 18 mesi prima dell’imbottigliamento. Una vinificazione classica che esalta la territorialità e li predispone al lungo invecchiamento”.

La degustazione dei vini della cantina I Clivi, esordita con i nuovi cru San Pietro da Gramogliano del 2018 e San Lorenzo da Brazzano del 2017, è proseguita con il vino ottenuto da Brazan, Collio Goriziano DOP, che precedeva quello ottenuto da Galea, Friuli Colli Orientali DOP, proposti entrambi in tre annate diverse: dal 2016 annata regolare a confronto con il 2002 invece piovoso e con il 2000 dove il clima era caldo. Il risultato dello straordinario confronto tra le due espressioni è stato che il 2016 appariva ancora poco espresso in entrambi i vini, trovando il 2002 meno equilibrato delle due espressioni del 2000 che ci hanno emozionato per intensità, equilibrio e sontuosità.

www.iclivi.wine