Aggirandosi nel primo weekend di novembre lungo i percorsi di Artissima, non si potrà non aver notato, quasi per contrasto con le opere avveniristiche esposte a Torino all’Oval, la presenza di un carrettino simile a quelli utilizzati un tempo utilizzati dai gelatai ambulanti. Ad essere proposto ai visitatori di Artissima da questo singolare mezzo itinerante era la degustazione di un calice di Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG ͞Brut͟ di Nino Franco. Una proposta che il pubblico della manifestazione sembra aver apprezzato, decretandone un successo in qualche modo inatteso. Già nella prima giornata dell’evento infatti il Prosecco in questione, venduto a calice anche nell’area VIP della manifestazione, è andato letteralmente a ruba, tanto da esaurire le scorte e costringere a pianificare un rifornimento del tutto imprevisto. Il pubblico internazionale affluito all’evento, oltre agli artisti e galleristi di primo piano che di esso erano i veri protagonisti, hanno così dimostrato di gradire il profumo e il sapore di una bollicina italiana il cui graduale imporsi sulla scena mondiale non sta mancando di suscitare qualche timore anche nel prestigioso mondo dello Champagne.
Le bollicine della cantina Nino Franco, questa volta nella versione del Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Vigneto della Riva di San Floriano 2016, hanno anche accompagnato i piatti del ristorante di Artissima, affidato alla solida mano della chef stellata Mariangela Susigan. Il menù creato per la manifestazione, nel suo sforzo di rivisitare creativamente alcuni piatti della cucina piemontese attraverso un uso inconsueto di prodotti ed erbe aromatiche del territorio, ha così trovato un prezioso alleato in una bollicina “italian style” capace di valorizzarne ulteriormente l’alta qualità. E la sintonia tra i sapori intensi della cucina della Susigan e l’aroma “petillant” dei vini attualmente prodotti da Primo Franco e dalla figlia Silvia ha raggiunto il suo apice laddove la potente morbidezza delle bollicine venete ha accompagnato la patata al sale e la zuppa francigena, dando vita a due abbinamenti davvero capaci di far sognare.
Testo di Piergiuseppe Bernardi