Il Timorasso è un vigneto che, coltivato in alcune valli del sud del Piemonte integrando la qualità del terreno alla sua posizione soleggiata riparata, sortisce grappoli in grado di dar vita a un vino bianco di notevole struttura e in grado di poter contare su una longevità che pochi altri bianchi piemontesi posseggono. Questo vino, legato a un rilancio avvenuto a partire dagli anni ’80, ha i suoi pionieri in Walter Massa e in alcuni altri lungimiranti viticoltori dei colli tortonesi. Sono loro infatti che, con coraggio e tenacia, ne hanno promosso prima lo sviluppo e poi il successo.

Proprio le potenzialità specifiche di questo bianco hanno spinto la Cantina Vietti, guidata da un vigneron acclarato come Luca Currado e ben nota per la qualità dei suo baroli, a decidere sbarcare sui colli tortonesi. È in quest’area infatti che l’azienda di Castiglione Falletto ha recentemente acquistato cinque ettari di vigneto a Monleale, peraltro proprio al confine con la proprietà di Walter Massa, con l’obiettivo di produrre 25.000 bottiglie all’anno di quello che col tempo ha finito con l’essere considerato il “barolo bianco”.

La messa a punto del nuovo prodotto, nella linea della Cantina Vietti, avverrà con gradualità e nel rispetto delle tempistiche richieste. Nel terreno appena acquisito i vigneti sono in fase di impiantamento e dunque per assaggiarne il pregiato frutto, occorrerà attendere. Ciò non impedirà tuttavia all’azienda di Castiglione Falletto di portare avanti, grazie all’affitto preventivo di alcuni terreni vitati dell’area tortonese, una prima sperimentazione sulla produzione del Timorasso i cui risultati sono previsti già per quest’anno.

E la sfida, forse perché la Cantina Vietti è abituata a ragionare a partire da una produzione di eccellenza come il Barolo, sembra volersi giocare ai massimi livelli. L’intento dichiarato dello stesso Luca Currado, è quello di creare un vino che si aspetta possa competere con i grandi nomi della produzione francese legate a etichette autoctone della zona del Jura o della valle della Loira. Potendo peraltro contare su una qualità del Timorasso già divenuta, negli ultimi decenni e grazie all’intuizione e alle capacità dei suoi produttori storici, decisamente elevata.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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