Se la mineralità del vino è un descrittore da tempo utilizzato nei Paesi D’Oltralpe, in Italia se ne parla soltanto da pochi anni. Di fatto è ancora un tema controverso, sul quale l’incontro organizzato da FIS e Cantine Benanti sabato 15 dicembre nella sede di Viagrande (CT), rappresenta un’ occasione unica per comprendere, ci auguriamo in maniera univoca, cosa si intenda per “mineralità del vino”.

Questo termine, che nel nostro immaginario evocava i terroir della Germania, della Borgogna e della Loira solo per citare i più famosi, fu importato in italica terra allorchè, cambiando le esigenze di gusto tra i culturi del vino, la mineralità, che è legata alla salinità del sorso, è diventata uno dei principali elementi di valutazione nelle degustazioni.

Il dibattito riguarda l’uso e l’abuso che oggi si fa del termine “mineralità”, che viene utilizzato sia per descrivere un gusto che una sensazione olfattiva, laddove la scienza sensoriale crea dei nessi molto importanti, oltre che efficaci, tra mondo della viticoltura, dell’enologia e delle strategie di marketing, essendo molto labile il confine tra vero e verosimile, oggettivo e discrezionale in tema di odori e sapori.

La partnership tra Fis e Benanti è particolarmente valida in quest’ambito, considerata l’alta sapidità di alcuni vini della Cantina etnea tra i quali spicca il carricante del Pietramarina. La cantina di Viagrande è da tempo punto di riferimento per la promozione e la diffusione della cultura del vino e l’incontro proporrà un appuntamento-studio dedicato a questo argomento. Docente d’eccezione, il Prof. Antonio Palacios della Università della Rioja, Laboratorio Excell Ibérica (Spagna), mentre la degustazione sarà girata da Giuliano Lemme.

Testo di Cinzia Taibbi

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