Se a Barcellona chiederete, in uno dei locali di punta della moderna mixology, qual è il cocktail bar da non mancare nella capitale catalana, la risposta che vi verrà data sarà inesorabilmente la stessa: il Dry Martini. Forse vi stupirà il fatto che, in una delle presunte capitali internazionali della vita notturna, non si sia trovato di meglio che dare un nome italiano ad un locale dove si trovano i migliori superalcolici del mondo. Sarà questa però la riprova di quanto il Made in Italy abbia saputo imporsi in tutto il mondo come brand capace di evocare qualità e stile.

Il Dry Martini non sarà però, come forse ve lo aspettereste, un esclusivo coktail bar posto all’ultimo piano di un grattacielo o nel suggestivo contesto di una terrazza con vista sulla citta. Lo troverete invece, come un qualsiasi fruibilissimo bar, al piano terra di un edificio collocato in un’anonima via di Barcellona. E, non appena sarete entrati, verrete fatti accomodare ad uno dei tavolini posti di fronte al bancone, oppure ad un comodo sgabello posto davanti ad esso o, ancora, nel dehors collocato sul largo marciapiedi antistante il locale.

A guidarci nella scelta e nella preparazione del cocktail è stato Adrian, cui abbiamo chiesto di farci arrivare due drink molto differenti: il primo a base Martini; il secondo, a base assenzio. Il risultato, non prima di una meticolosa preparazione nella quale abbiamo visto scenicamente impegnato Adrian dietro il bancone, è stato portentoso: l’avvolgenza del primo, connotato da un delicatezza in grado di lasciare emergere un intenso fruttato, e l’astringenza del secondo, reso perfetto nel suo inclinare verso il secco da un acuto retrogusto amaro, hanno saputo stupirci.

Certo la creatività di Adrian nasce da una tenacia e da un’esperienza per nulla estranei ad una personalità e a un carattere individuali. E tuttavia il Dry Martini di Barcellona non è affatto il frutto di un’attività artigianale, ma di un’impresa che, guidata da Javier de Las Muelas e supportata da una specifica Academy, è gradualmente cresciuta replicandosi in mezzo mondo. E questo aiuta a capire, correggendo un luogo comune, che anche il business può valorizzare l’eccellenza. In questo caso giocando sul marchio tutto italiano del mitico Martini.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

www.drymartiniorg.com