Parma Quality Restaurants, il consorzio dei ristoratori di quella che per prima l’Unesco ha dichiarato città creativa per l’enogastronomia, ha presentato ad Alba una serie di intriganti piatti legati agli straordinari prodotti del suo territorio. E, nel contesto della Fiera del Tartufo attualmente in corso nell’altra città italiana che ne ha seguito le orme, li ha introdotti con un raffinato “Alta Langa” per poi accompagnarli col magico tubero albese. E la sinfonia di sapori “made in Italy” che ha preso forma nel corso di questa singolare degustazione ha saputo sedurre il pubblico, per larga parte internazionale, che vi ha partecipato.

Protagonisti della serata, guidati da Enrico Bergonzi dell’Al Vedel di Colorno e in rappresentanza di un gruppo di ben 24 cuochi, sono stati alcuni prestigiosi esponenti del consorzio. Tre di Parma: Gianpietro Stancari de I Due Platani, Mariano Chiarelli de I Du Matt e Filippo Cavalli dell’Osteria dei Mascalzoni; e uno di Traversetolo: Nico Tamani della Vecchia Fucina. Il delizioso culatello accompagnato da una nuvoletta di parmigiano e da una quenelle di zucca, i saporiti ravioli di brasato di manzo, il manzo ripieno di prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano DOP e infine il Tiramisù rovesciato al cioccolato bianco, hanno consentito di esaltare i migliori prodotti della tradizione parmense in una declinazione ad un tempo creativa e rispettosa della loro storia.

A imprimere però un tocco di estrema originalità alle suggestive elaborazioni culinarie degli chef del Parma Quality Restaurants è stato indiscutibilmente il tartufo bianco d’Alba. Protagonista della manifestazione che ha ospitato l’evento, il Tuber Magnatum Pico con il suo inconfondibile profumo ha saputo valorizzare ulteriormente una cucina già di altissima qualità. E così, dai sapori essenziali e forti dell’antichissima tradizione contadina parmense, è affiorata appieno anche tutta la raffinatezza da essa gradualmente acquisita sotto l’illuminato governo di Maria Luisa d’Asburgo, che seppe trasformare la città emiliana, sul piano sia urbanistico sia culturale, in una delle più apprezzate capitali dell’epoca.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

www.fieradeltartufo.org