Il nome ufficiale è Tuber Melanosporum Vittadini. Parliamo del Tartufo Nero Pregiato di Norcia, di cui la cittadina della Valnerina è tra i maggiori centri di produzione. Un cibo prezioso, inconfondibile, al centro da secoli di molte ricette della cucina italiana e internazionale. Il tartufo è mito e leggenda. Si narra che furono venduti a Gioachino Rossini, chef creativo oltre che indiscusso compositore, alcuni tartufi di Norcia misti ad altri meno pregiati. Vittima dell’imbroglio, volle comprarli direttamente a Norcia per farseli spedire a Parigi. Le sue ricette non potevano fare a meno del “Mozart dei funghi”, come lui stesso lo definì.

L’oro nero fino al 10 marzo è protagonista della 56° edizione di Nero Norcia, evento sostenuto dal Gal Valle Umbra e Sibillini. Dal 1951 la rassegna agroalimentare di Norcia promuove e valorizza le produzioni tipiche enogastronomiche e artigianali di eccellenza. Tre weekend di delizie, approfondimenti, eventi e attività d’intrattenimento con artisti di strada, falconieri, fumettisti e spettacoli per bambini. Esplorazioni sulla storia, il gusto e le declinazioni di questo straordinario frutto della terra.

La mostra mercato di Nero Norcia quest’anno è tornata nel centro storico, con circa 80 stand in cui trovano posto anche eccellenze da altre regioni e dalla città tedesca Ottobeuren, gemellata con Norcia. Protagonista è senza dubbio piazza San Benedetto, lacerata lo scorso 30 ottobre 2016 dal forte terremoto che ha colpito Marche ed Umbria, con il crollo della basilica. Una tensostruttura trasparente ospita gli eventi collaterali, come lo show cooking dello chef stellato Valentino Palmisano del ristorante Vespasia di Norcia, che ha proposto due piatti: spaghetti di grano Senatore Cappelli al tartufo e porchetta di agnello ripiena di tartufo con patate al tartufo.

Nero Norcia celebra un prodotto di qualità, che racconta anche un modello di sviluppo basato sul rispetto del territorio, sul legame con la storia e sull’innovazione. Norcia sfida il mercato globale con il suo diamante nero, un patrimonio condiviso fra le generazioni. Un’armonia sinfonica di gusto e sapore. Perché sua maestà il tartufo trasforma i piatti, anche i più semplici. Prendete spunto dallo stesso Rossini, che andava orgoglioso della sua insalata: «I tartufi danno a questo condimento una sorta di aureola, fatta apposta per mandare in estasi un ghiottone».

Testo di Sara Stangoni

www.nero-norcia.it