Rodolfo Migliorini, già noto per i suoi Spumanti firmati Podere Rocche dei Manzoni, è proprietario dal 1998, a Bussia, anche della vigna Pianpolvere Soprano. In quest’anno particolare, in cui ricade il centenario della vigna, l’uscita del Barolo Riserva 2010 di questo vigneto assume un valore ancora più importante. E non solo perché il 2010 in Langa è considerata “tra le più belle” dell’ultima decade. Nel percorso di Rodolfo, la vinificazione e l’affinamento di questa vigna di 9 ettari condotta in regime biodinamico, ha visto una progressione costante.

Il Barolo Pianpolvere Soprano, che con Migliorini arriva oggi a un risultato tra i più eccellenti e in grado di valorizzare al massimo la potenzialità di un terreno che conferisce al vino una spiccata mineralità, fa bella mostra di sé da tempo: almeno da quando Renato Ratti inserì il Pian della polvere nella sua mappa, un documento basale per il lavoro che ha portato alla designazione delle odierne Unità Geografiche Aggiuntive. D’altronde le virtù di Pianpolvere erano già sotto gli occhi di Napoleone quando, alla fine dell’800, decise di costruirci una polveriera: non solo per la sua posizione strategica, ma forse anche per il costante vento filtrato dai boschi che arredano il grande areale della Bussia.

La gestione di questo autentico dono della natura, dove a colorarsi di potenti tannini è proprio il Barolo Pianpolvere Soprano è avvenuta, fin dal principio, nell’orizzonte del progetto Green Experience, improntato al rispetto della terra e del suo ecosistema: lotta integrata, eliminazione totale dell’uso di diserbanti, inerbimento dei vigneti, sovescio, confusione sessuale del vigneto, utilizzo esclusivo di concimi organici e insediamenti di nidi artificiali per uccelli e pipistrelli sono dunque divenute le linee guida di conduzione del vigneto, nel quale ha trovato posto persino uno spazio lacustre di acqua sorgiva.

Il Barolo Pian Polvere Soprano Riserva Bussia 2010 nasce solo nelle migliori annate ed esce esclusivamente quando lo si reputa all’inizio del suo potenziale espressivo. A dieci anni della vendemmia, dopo l’affinamento in cemento, seguito da quello in legno e in vetro, il vino si presenta con un colore rubino delicato, ricco al naso di fiori, e di ampio respiro. Carnoso al palato, si dipana con grande ampiezza ed eleganza, sfoggiando una matrice sapida sottilissima e precisissima, tratti che accompagneranno a lungo il profilo del vino. Un folgorante sorso, completo, che omaggia il Barolo rendendo l’esperienza gustativa degna del suo nome.

www.pianpolveresoprano.it